sabato 24 aprile 2010

EMPOWERMENT e resiliance

Ieri ad un corso sull'animazione-educazione che sto seguendo si è parlato di empowerment. Non ho potuto fare a meno di riflettere su questo concetto che è sempre presente anche nell'educazione terapeutica. Così ho ripreso in mano alcuni vecchi libri di psicologia e pedagogia e mi sono soffermata a pensarci un po' su.
Tra le parole straniere ormai di uso corrente, empowerment è una delle poche a non avere un corrispettivo nella lingua italiana e forse proprio per questo è un termine difficile da comprendere e da spiegare.Si può dire che empowerment significhi aiutare l'altro a ritrovare il suo potere sulla vita,aiutarlo a tirare fuori tutte le sue potenzialità in vista del raggiungimento di un obiettivo. Questo concetto,che viene dall'America del Nord, può essere utilizzato anche nel campo delle malattie croniche dove si manifesta come il risultato di un processo di formazione del malato che deve permettergli di acquisire delle conoscenze,delle abilità e delle attitudini,al fine di migliorare le sue capacità a tollerare e trattare la sua malattia.
Un'altro termine molto importante è resiliance. Questa seconda parola era usata nella navigazione a vela per designare il salvataggio di un marinaio caduto in mare. E' stato utilizzato anche dalla fisica per caratterizzare la resistenza di un metallo allo schoc esterno. Più recentemente è stato adottato anche dalla psicologia e dalle scienze dell'educazione per parlare della capacità di riprendersi,di ripartire dopo una caduta,una malattia,un fallimento. Questa nozione di resilienza è dunque legata alla forza vitale di ogni essere vivente di rinascere o risollevarsi dopo uno o più traumi. Tra questi traumi è possibile che ci sia anche una patologia cronica come il diabete.
Mentre l'empowerment ha bisogno della presenza di un intervento dall'esterno sulla persona,la resilienza,al contrario,necessita di far leva soprattutto sui fattori interni al malato. Mi spiego meglio,nella resilienza è il paziente stesso che riesce spontaneamente a far sorgere delle risorse interne per far fronte alla malattia. Al contrario,nell'empowerment si fa appello a fattori esterni,che permettano al paziente di ritrovare un certo grado di autonomia. Proprio perché l'empowerment insiste soprattutto sulla forza dei fattori esterni è in tal senso molto vivino al pragmatismo nordamericano.

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