venerdì 3 dicembre 2010
Diabete gestazionale: ne soffre il 10% delle donne in Italia
Con le nuove linee guida per lo screening e la diagnosi del diabete gestazionale il numero di donne diagnosticate con questa patologia sara' raddoppiato, afferma Antonino Di Benedetto, coordinatore del gruppo di studio 'diabete e gravidanza'. ''Da alcuni mesi - ha detto -i criteri sono stati semplificati. E' sufficiente una semplice misurazione della glicemia al momento della prima visita ginecologica. Certo, con questi nuovi criteri, il numero di donne diagnosticate con diabete gestazionale è destinato a crescere sensibilmente, da circa il 10% sino al 18-20%. Ma in virtu' dell'elevato rischio di avere il diabete tipo 2, come conseguenza di quello gestazionale, e' importante che tutte le donne in gravidanza effettuino questo semplice esame''. Una donna su tre diagnosticata con diabete gestazionale, afferma l'associazione, dopo il parto ha un rischio elevato di contrarre il diabete mellito tipo 2 nei 5 anni successivi. Le conseguenze per il feto possono essere serie: dalla crescita disarmonica (macrosomia) sino alla predisposizione al diabete, all'obesita' e alle malattie cardiovascolari. Una persona su dieci in Toscana soffre di diabete, e la prevalenza tende ad aumentare con l'eta'. E' stato inoltre presentato oggi lo studio clinico internazionale Leader, volto a valutare gli outcomes cardiovascolari di Liraglutide nel trattamento delle persone con diabete tipo 2.
sabato 20 novembre 2010
Una passeggiata al giorno...toglie 24 malattie di torno
I PRO - A ognuno il suo ritmo e il suo passo. Camminare non ha controindicazioni ed è il modo più semplice ed efficace per dare esercizio fisico a ogni età. Rigenera il corpo e lo spirito e, secondo i ricercatori inglesi dell’università di East Anglia (a Norwich, in Gran Bretagna) che hanno messo insieme i risultati di 40 studi diversi compiuti tra il 2006 e il 2010 da vari atenei, contribuisce in modo schiacciante a migliorare e mantenere un buono stato di salute delle persone. Le loro conclusioni, pubblicate sull’International Journal of Clinical Practice, sono racchiuse in un lungo elenco di patologie che si possono evitare con l’esercizio. Ecco i gruppi maggiori cui appartengono: problemi cardiovascolari, infarti, ischemie vengono ridotti; diminuisce il rischio di diabete di tipo 2, osteoporosi, depressione, obesità, ipertensione; si possono prevenire diverse tipologie di cancro, e soprattutto l’esercizio aiuta a guarirne prima; camminare aiuta in vecchiaia a rallentare l’arrivo di tutte le malattie degenerative legate alla memoria e al cervello; per gli uomini spesso è un toccasana nel combattere i problemi di erezione.
SALUTE GENERALE - «Gli studi analizzati mostrano che la durata e qualità della vita dipendono da un mix complesso di fattori, tra cui lo stile di vita, la provenienza geografica e pure la fortuna. Gli individui hanno comunque almeno un elemento di controllo su alcuni di questi fattori, si pensi al peso, alla dieta, al fumo e all’attività fisica», commenta il ricercatore inglese Leslie Alford, che consiglia anche in che modo sfruttare l’attività fisica per ridurre i rischi di malattie. Per gli adulti fino ai 65 anni sono consigliabili 150 minuti a settimana di passeggiate, ovvero circa mezzora per 5 giorni su 7. Per chi già è allenato a fare di più, bastano anche 20 minuti di jogging per 3 volte a settimana. A ciò andrebbero aggiunte almeno due sedute (in palestra, a casa, al parco, in piscina) di lavoro muscolare che coinvolga di volta in volta le varie fasce del corpo. E in generale, mai smettere del tutto di muoversi, a meno che non ci siano controindicazioni gravi, soprattutto dalla mezza età in avanti, e ancor più se da giovani si è sempre avuto uno stile di vita "in movimento".
venerdì 22 ottobre 2010
un bacio e un ringraziamento ai miei compagni di strada
Ne sono successe di cose da allora. Soprattutto mi sono laureata finalmente. Che soddisfazione enorme,che bella festa!! E allo stesso tempo come mi dispiace non poter più vedere quotidianamente tutti i miei amici dell'università. L'altra settimana ci siamo incontrati per l'ultima volta per salutarci. Avevo il cuore che piangeva. MI MANCHERETE RAGAZZI:in particolare Ilaria,Angela,Chiara,Fabio (che se ne torna nella sua amata Sardegna),Giulia C.e Giulia S.,Nicola...Giulia M. e Michela (in giro per il mondo)e Betta (che tengo stretta stretta al cuore. E tutti gli altri!
Con voi ho trascorso tre anni davvero importanti. Vi terrò nei mie pensieri sempre.
E adesso?? E adesso in bocca al lupo ragazzi. Speriamo di diventare tutti ottimi educatori e soprattutto speriamo di non perdere i contatti. Un bacio grande grande!!!
lunedì 20 settembre 2010
che soddisfazione!!
giovedì 9 settembre 2010
Il servizio civile volontario

E' davvero tantissimo tempo che non scrivo in questo blog. Gli impegni in questo periodo sono stati tanti! Dopo aver terminato (come pensavo) la mia tesi ho dovuto fare varie modifiche e ho dovuto sistemarla tutta al pc.
Inoltre ho cominciato il Servizio civile regionale presso il Comune di Rovigo,settore Servizi sociali. Purtroppo per adesso non ho ancora avuto la possibilità di cimentarmi nel lavoro vero e proprio e ho fatto sempre avanti e indietro Rovigo-Padova per un corso di formazione. Sono molto soddisfatta del corso che stiamo facendo. Contrariamente alle mie aspettative sono degli incontri non passivi e molto divertenti,fatti di persone pensanti,di giochi,di partecipazione e di messa in gioco di tutti. Abbiamo avuto l'occasione di conoscere alcune persone molto carine che si possono definire cittadini attivi e che praticano o hanno praticato associazionismo e volontariato. Ho appreso molto da loro e li ringrazio davvero.
Ora spero che anche i prossimi incontri saranno così divertenti e coinvolgenti. Spero soprattutto che una volta arrivata al comune di Rovigo mi impieghino in qualcosa di serio perché io ormai sono iperattiva,eccitata dall'idea di cominciare il mio nuovo lavoro e sono carica di aspettative. MAh,chissà...
Mi faccio un grosso "inboccalupo" da sola!! Sono pronta per questa nuova avventura!
venerdì 20 agosto 2010
TERMINATA LA TESI..FINALEMENTE!

Terminata la settimana di pacchia totale mi sono rimessa sotto con la tesi. Questo devo proprio scriverlo: L'HO TERMINATA FINALMENTEEEE!!!!!
Ho riletto tutto una seconda volta e adesso sono pronta per farla giudicare dal mio relatore. Ho una fifa....e anche un po' di vergogna perché mi sento in imbarazzo a fare leggere tutte le scemenze che ho scritto:-)
E adesso mi aspetta un week end di libertà. Besitossssss.
lunedì 9 agosto 2010
un po' di vacanza...

Questa è la settimana di ferragosto,la tanto attesa settimana di ferie! Io però quest'anno non me ne vado da nessuna parte. Me ne sto a casa,a leggere e a cazzeggiare. Si perchè anche se non vado in nessuna località turistica,ho deciso che in vacanza ci vado lo stesso:niente tesi questa settimana!! Solo relax,mare e qualche impegno tranquillo. Sbaglio forse??? NOOOOO!!! Quindi gente vi saluto e auguro a tutti voi un po' di meritata vacanza!! Ciaooo!!!
giovedì 5 agosto 2010
L'educazione terapeutica ai pazienti diabetici
Documentazioni scientifiche sufficientemente ampie dimostrano chiaramente che l'ET da una parte migliora il livello di salute del paziente, preservandone in molti casi la qualità della vita, dall'altra contribuisce a rallentare la comparsa delle complicanze riducendone i costi in termini di risorse umane e materiali.
mercoledì 4 agosto 2010
che stanchezza..
La tesi mi sta rubando abbastanza tempo,non credevo in verità. Nonostante sia elettrizzata dall'idea di scrivere una cosa tutta mia,mi sto anche annoiando. In casa le ore non passano più e mi ritrovo spesso e volentieri a cazzeggiare in rete,magari su facebook ( da vera sfigata insomma). Era molto meglio quando frequentavo le lezioni all'università. Almeno mi incontravo coi miei amici e passavamo le giornate in compagnia! Tra l'altro stanno cominciando a mancarmi parecchio quei ragazzi:-)
Beh,spero che a Settembre le cose cambino. Sono stata presa per fare il Servizio Civile Volontario presso l'ufficio dei servizi sociali del comune di Rovigo. Sono stra felice ovviamente. Finalmente potrò mettere in pratica quello che finora ho potuto apprendere solo dai libri. Sarà una grande occasione per mettermi in gioco e per vedere se posso essere un'educatrice davvero nel futuro.
Ora do retta ai miei occhi e spengo tutto. A presto.
giovedì 22 luglio 2010
primo capitolo terminato :-)
martedì 20 luglio 2010
i criteri diagnostici del diabete
domenica 18 luglio 2010
andarmene da qui..?
Oggi,dopo tanto tempo per metterci d'accordo e per organizzarci per bene, noi EPO ( educatori professionali del 3 anno dell'università di padova) siamo riusciti finalemnte a trovarci per un pranzo tutti assieme ( o quasi). Banale dire che ci siamo divertiti e che abbiamo passato un'ottima domenica insieme. Banale dire che stare con loro mi ha fatto capire quali persone meravigliose ho avuto la fortuna di incontrare. Banale anche dire quanto mi mancheranno oramai che abbiamo terminato questi tre anni di università. Ho scoperto che le persone non sono tutte come quelle che ci sono nel mio paese ( e per fortuna!!!). Sono sempre più convinta che Adria non sia il posto fatto per me,per viverci una vita intera. Certo qui ci sono la mia famiglia,i miei splendidi nipotini e alcuni cari amici da cui sarà difficile separarmi..ma spero davvero un giorno di andarmene da questo postaccio,dove tutti pensano solo a bere e ubriacarsi e andare nei soliti locali alla moda per non rischiare di essere considerato uno sfigato. Se hai troppi obiettivi seri nella vita non sei preso in considerazione perchè fai le cose ( e osi dire queste cose ) troppo sul serio. Io vorrei tanto vivere coi miei amici EDUCATORI PROROMEPENTI che sanno affrontare la vita si col sorriso ma anche con la giusta preoccupazione per il proprio presente e per il proprio futuro. La vita non è fatta solo di divertimento ma anche di serietà a volte.E questi tre anni con loro mi hanno fatto riflettere molto su questa cosa: la vita è un dono meraviglioso,che qualcosa o qualcuno ( forse quello che io chiamo Dio) ci ha fatto ed è una cosa seria perchè importante. Grazie miei educatori per avermi fatto crescere insieme a voi,per avermi fatto sognare un futuro migliore,per avermi dato la forza di uscire da quel mondo tolemaico che è Adria,oltre le quali colonne d'Ercole sembra non ci sia altro. Per fortuna fuori da queste colonne C'E' BEN ALTRO....ci siete voi!
Chiedo scusa ai lettori per lo sfogo ma sentivo di dover fare questa riflessione.
Un abbraccio a tutti i miei compagni EPO. Alla prossima!
lunedì 12 luglio 2010
termine degli esami...non del blog!!
Venerdì scorso ho finalmente terminato tutti gli esami...che grandissima soddisfazione! L'ultimo esame è stato proprio quello di informatica,lo stesso esame che mi ha "costretto" a creare e gestire questo blog. Devo dire la verità,inizialmente non avevo per niente voglia e intenzione di fare un blog. Sentivo che era una cosa imposta da qualcun altro e che non mi apparteneva. Poi,col tempo,ho imparato a voler bene a questa mia creazione e mi sono affezionata a questo piccolo spazio di libertà che è diabeteducazione. Quindi,contrariamente a quello che ho sempre pensato ( ossia che una volta superato l'esame di informatica avrei cancellato il blog) ho deciso di continuare a seguirlo. Chissà potrebbe essermi utile in qualche modo e soprattutto essere utile ad altre persone.
Quindi gente,continuate a leggere e commentare!!! Userò questo blog anche per scrivere la mia tesi..
Ciauz!:-)
giovedì 8 luglio 2010
IL DIABETE AL CINEMA

Ormai tutto quello che interessa la nostra vita sociale viene rappresentato in tv o al cinema. Il diabete,che è una condizione ormai diffusa in tutto il mondo,non dovrebbe fare eccezione. Ma ci siamo mai chiesti come viene rappresentata questa patologia nei film che guardiamo?
Eccovi alcuni esempi ( anzi pochissimi,perché di diabete se ne parla pochissimo!):nel film “Derailed”, la figlia del protagonista viene colta da crisi ipoglicemiche gravi e necessita di trapianto; in “Chocolat”, Armande è una signora anziana forte di carattere, diabetica in stadio avanzato, che muore di attacco di cuore; in “Panic Room”, la figlia della protagonista ha una crisi ipoglicemica proprio mentre entrambe sono chiuse in una stanza con i ladri in casa; “Johnny Stecchino”, l’amico del protagonista, diabetico è affetto da sindrome di down.
Il personaggio diabetico viene rappresentato sul grande o piccolo schermo come un incrocio tra un malato terminale ed un disabile. Talvolta anche obeso. Ah, e pure un po' sfigato.Un quadretto niente male, eh?
Ma la verità è che di diabete si parla ancora pochissimo nel grande e nel piccolo schermo. Forse perché è una malattia noiosa? Il diabete è sempre uguale: 365 giorni l’anno, 24h su 24h a fare sempre le stesse cose… controlli, punture/pillole, dieta. E quando capita la temutissima ipo, il 99% delle volte basta prendere un succo di frutta e la cosa si risolve. Altro che convulsioni, isteria, e scene da panico. E quando capita la temutissima iper, il 99% delle volte l’unica cosa che ti viene è una gran sete. Altro che emergenze e rischio di morte imminente… al massimo si muore di noia. Insomma,forse non suscita un così grande interesse!
Recentemente ho guardato un altro film,molto bello a mio parere,"Mine vaganti". La nonna della famiglia era affetta da diabete. Vi lascio guardare il film per vedere come questo personaggio viene rappresentato:non certo come un malato o un disabile..ma come una mina vagante. Le mine vaganti sono quelle persone che riescono a sconvolgere gli equilibri con i loro comportamenti e le loro prese di posizione, che non hanno paura delle proprie opinioni e del loro modo di essere.Niente male!!!
domenica 4 luglio 2010

Ho letto un'interessante intervista a un importante diabetologo di Genova:Enrico Torre,il quale ha scritto un bel libro:"Il medico smarrito". Diamoci un'occhiata!!!
Essere diabetologo, ha scritto qualcuno in questa rubrica, è una condizione cronica. Giustissimo. E come il diabete ha un suo percorso di accettazione.
Accetto di non avere la bacchetta magica, il ‘tocco’ magico. Accetto di curare meno con le medicine e molto... molto con cosa?
Penso di aver trovato la risposta. Nessun merito mio, ho avuto due grandi
maestri: io curo con il mio essere uomo. Il lavoro del diabetologo è essere persona. Saperlo essere con tutte le difficoltà e le potenzialità che questo comporta.
Si impara anche soffrendo, lo dicevano i greci. L’intuizione che l’educazione terapeutica mi ha fatto nascere è che aver sofferto è un aspetto importante nella relazione terapeutica. Non necessariamente della stessa malattia del paziente.
Essendo questo un diario faccio un esempio personale. Da qualche anno ho la gastrite. Il modo migliore per tenerla a bada è mangiare il giusto rinunciando ad alimenti particolarmente irritanti. C’è un problema anche qui di ‘adherence’ alla terapia.
Prima di sviluppare la gastrite istintivamente dividevo i pazienti in ‘buoni’ e ‘cattivi’ a seconda della loro capacità di seguire certe raccomandazioni. Oggi so - lo vedo dal mio comportamento - che nella realtà non si è ne buoni ne cattivi. Il paziente Enrico di anni 43 - gastrite con RE - più spesso è ‘buono’ a volte è ‘cattivo’ . Per gola, per fame, perché non resiste a una tentazione si ‘strafoga’ e passa la notte con lo stomaco in fiamme. Detto in altre parole non esistono pazienti ‘buoni’ né ‘cattivi’, perché in questa suddivisione è implicito un giudizio. E se il medico giudica, si allontana dal paziente e non è più in grado di stabilire un rapporto di cura efficace. Questo non c’era sui libri ma l’ho imparato sulla mia pelle.
I libri servono a poco. Lo dico anche se ne ho pensato e scritto uno insieme ai due miei maestri: Andrea Corsi, diabetologo e alfiere della educazione terapeutica e Paolo Gentili, docente di Psicologia a Roma, psicoterapeuta che accompagna da tempo le riflessioni di noi diabetologi.
Il medico smarrito parte proprio da un racconto diviso in tre fasi: “Il medico smarrito”, “Il paziente smarrito” e “Lo specchio”. A ognuna di queste tre fasi fanno seguito riflessioni davvero magistrali di Andrea Corsi e di Paolo Gentili. Il registro narrativo stimola le riflessioni è da loro carne e ossa.
Nel racconto ci sono personaggi molto vicini a essere persone. Sono persone che mettono in discussione. Come molti diabetologi. Ecco, io sono convinto che l’educazione Terapeutica e la Psicologia, penso in particolare a quella Rogersiana, diano degli strumenti e mi piacerebbe che questo libro (stampato e distribuito a 7 mila medici grazie all’intervento di tre case
farmaceutiche) stimolasse la curiosità di procurarseli questi strumenti.
Ma non basta. Convivere con la malattia in fondo significa essere uomini ed è qualcosa che va oltre gli obiettivi della educazione terapeutica e della psicologia. È una sfida ardua. Come diabetologi noi non operiamo sul terreno fisiologico del pancreas (o dello... stomaco). Il nostro ‘teatro operatorio’ è la vita stessa del paziente, i suoi vissuti e questi sono sempre diversi da come ce li aspettavamo.
La relazione fra medico e paziente deve quindi essere descritta nella sua eterogeneità. Credenze, ruoli e feticci (l’idea del buon medico e del buon paziente che sia il medico sia il paziente hanno e con la quale si
confrontano) si dispongono in maniera diversa ogni volta. Come superarli?
Tenendo presente che grazie al mio vissuto entro in contatto con chi mi sta davanti. In ogni relazione.
Detto in altra maniera: il curante deve sapere che è curato dal suo paziente. Sempre, comunque.
Per questo il concetto di specchio conclude la narrazione e vuole proporsi come sintesi come proposta di soluzione dello scacco in cui il medico si trova smarrendosi.
Come l’ho fatta lunga! Solo una cosa aggiungo: Ma il titolo del mio, del nostro libro può essere letto anche in un altro modo. Il medico può essere smarrito inteso come participio. Un ‘oggetto smarrito’ dalla collettività che è si attende da noi la risoluzione immediata del problema. Si è perso il ruolo del medico come accompagnatore, confessore, amico, testimone. Quel che volete.
Anche questo ruolo può essere recuperato facendo vibrare, aleggiare nel colloquio la sofferenza, la dimensione umana del rapporto. Se so che sono anche io ‘paziente’ (nel senso che ‘patisco’) potrò non giudicare e solo dove non c’è giudizio di può essere empatia, empowerment, cura efficace.
Fa bene ai medici essere ogni tanto malati sedersi dall’altra parte della scrivania rendersi conto come si è fragili, come si è deboli.
Questo libro è piaciuto ai primi che lo hanno letto. Sono orgoglioso delle splendide parole scritte da Jean Philippe Assal. Il fondatore della Educazione terapeutica mi ha cercato mentre ero in montagna (sinceramente all’inizio pensavo che si trattasse di uno scherzo dei miei colleghi) e poi a casa e si è offerto per scrivere parole che mi fanno arrossire. Spero che piaccia anche ai diabetologi, ai medici di medicina generale e magari anche a chi ogni giorno accompagna il suo medico in un percorso di consapevolezza e umanità.
martedì 29 giugno 2010
Il Diabete
Come avevo detto pubblico un altro video,a mio avviso abbastanza esplicativo della patologia diabetica.Buona visione!
domenica 27 giugno 2010
Diabete e oculistica
Questo è il primo di una serie di video che voglio pubblicare sul blog riguardanti le complicanze del diabete. Fantastico...su youtube si trovano anche cose serie :-)
venerdì 25 giugno 2010
le nuove vittime del diabete:i figli degli immigrati!

Aumenta il numero di giovani diabetici in Italia:300 mila tra ragazzi e bambini sono malati e ogni due giorni viene scoperto un nuovo caso di diabete di tipo 1 in ragazzi sotto i 14 anni.
Un dato emerso recentemente è che 1 nuovo paziente su 10 è figlio di immigrati. Questo fatto conferma l'ipotesi che non esiste solamente una componente genetica che determina la malattia ma che,in chi è predisposto,probabilmente,il cambiamento delle abitudini alimentari rispetto al Paese d'origine "scatena" il manifestarsi della malattia.
I fattori ambientali si stanno quindi rilevando sempre più importanti nello studio delle cause del diabete soprattutto in questo ultimo ventennio durante il quale abbiamo assistito a grandi cambiamenti nello stile di vita e nelle abitudini alimentari e non solo.
martedì 15 giugno 2010
5 consigli da seguire quando si cercano informazioni mediche online
Uno studio condotto recentemente dal National Institutes of Health (NIH) ha rilevato che un sempre maggior numero di americani naviga in internet per cercare informazioni mediche, piuttosto che consultare il proprio medico.
Nel 2003 erano il 51%, 2 anni dopo il numero era salito al 58%, anche se un'altra indagine mostrava che la fiducia del pubblico per i contenuti online riguardanti la salute era diminuita.
Pensiamo che la realtà italiana non sia molto diversa.
Le persone intervistate sostengono che la ricerca online spesso è frustrante o le informazioni inaccurate, persino pericolose.
Ma navigare in Internet non è necessariamente sbagliato, dicono gli esperti.
Bisogna solo essere certi che il sito su cui state cercando informazioni sia credibile e degno di fiducia.
Come si fa a saperlo? Ecco le 5 indicazioni principali da prendere in considerazione quando valutate le informazioni mediche online.
1.Prendete sempre in considerazine la fonte dell'informazione. Le buoni fonti di informazione medica sono quelle che provengono da siti governativi, università; molti gruppi non-profit come l'American Diabetes Association (le nostre SID o AMD, n.d.t.) e organizzazioni dedicate ad offrire servizi medici specialistici condividono le loro conoscenze attraverso i loro esperti.
2.Evitate i siti che sponsorizzano ovviamente un prodotto o un servizio o che vogliono che si faccia qualcosa, come comprare un prodotto o rivelare informazioni personali. Facilmente conterranno informazioni che sono poco obiettive o tendenziose. Cercate il nome della fonte dei contenuti ed accertatevi che ci sia una chiara distinzione tra contenuti editoriali e pubblicitari.
3.Accertatevi che il sito su cui state navigando riporti notizie aggiornate. Potete verificarlo alla fine o all'inizio di ogni articolo e vedere se c'è la data di pubblicazione. Le informazioni mediche cambiano continuamente perchè continuamente ci sono nuove informazioni su terapie e cure, ed è importante conoscere sempre le più recenti.
4.Le informazioni dovrebbero essere esposte in modo chiaro e conciso, dovrebbero riportare fatti precisi ed essere verificabili. Controllate che le informazioni possano essere riconducibili ad un autore e/o ad una fonte autorevole.
5.Accertatevi che il sito precisi a chi è rivolto. Molti siti medici hanno una sezione per pazienti ed un'altra per professionisti. Se il sito è solo per professionisti, può non essere indicato ad un vasto pubblico.
da Diabetes News Archives – ARAcontent
Traduzione ed adattamento di Daniela D'Onofrio
mercoledì 9 giugno 2010
Progetto «Subito!»: il paziente con diabete al centro della cura
Diabete: "Subito! È meglio". Prafrasando, agire subito per affrontare in modo nuovo e più concreto una malattia che avanza giorno dopo giorno. È questo lo slogan della diabetologia italiana lanciato da AMD (Associazione Medici Diabetologi) nel corso del convegno "SUBITO! Il grande progetto 2009-2013 della Diabetologia italiana. Dalla ‘cura’ al ‘prendersi cura’ della persona", svoltosi questa mattina a Roma e realizzato grazie al contributo non condizionato di Fondazione MSD.
In Italia le persone con diabete rappresentano quasi il 7% della popolazione, più o meno 4 milioni di persone. I costi sono raddoppiati in 20 anni: nel 1998 il diabete pesava sulle casse dello Stato per circa 5 miliardi di euro, pari al 6,7% della spesa totale per la sanità, mentre oggi le stime parlano di 11 miliardi di euro, circa il 10% della spesa sanitaria. Nel nostro paese ogni anno 75 mila persone con diabete subiscono un infarto, 18 mila un ictus, 20 mila vanno incontro a insufficienza renale cronica, 5 mila patiscono l’amputazione degli arti inferiori e altre 18 mila muoiono.
È per cercare di far fronte a quella che assume sempre più i contorni di un`emergenza sanitaria che nasce il progetto "Subito!". Tra gli obiettivi che il progetto si prefigge, migliorare il compenso metabolico della persona con diabete, cioè riportare i valori della glicemia alla normalità e mantenerli costantemente sotto controllo, sin dall’esordio della malattia o comunque alla sua diagnosi, al fine di ridurre il peso delle complicanze cardiovascolari nei successivi 5 anni. “Contiamo di farlo - spiega Sandro Gentile, Presidente AMD - attraverso un lavoro organico di formazione, educazione e comunicazione che non coinvolga solo i diabetologi, ma anche medici di medicina generale e altri specialisti, le associazioni di volontariato, le istituzioni e il mondo dell’industria, perché siamo consapevoli che solo lavorando e impegnandoci insieme possiamo rendere il nostro lavoro più efficace e più efficiente, nell’interesse delle persone con diabete”.
I più recenti studi scientifici hanno dimostrato come intervenire subito sulla glicemia sia di estremo beneficio per la persona con diabete: “Se cominciassimo a trattare in maniera rigorosa la malattia almeno 5 anni prima - ha detto Carlo Giorda, vicepresidente AMD - potremmo ridurre le complicanze cardiovascolari sino a oltre il 40%”.
Il progetto "Subito!" sta già facendo scuola: "L`IDF-International Diabetes Federation Europa - conclude Gentile - ha deciso di porlo all’attenzione dei colleghi europei nell’ambito delle azioni volte a migliorare l’applicazione delle linee guida, che vedono un punto saldo nel rigoroso trattamento precoce”.
giovedì 20 maggio 2010
I benefici di una camminata
Una ricerca del Dipartimento di Medicina Interna dell’Università di Perugia, presentata al XXXI congresso nazionale della Società Italiana di Endocrinologia, rivela che camminare ogni giorno per circa 4 km permette a chi è affetto da diabete tipo 2 di incrementare l’efficacia della cura, apportando una sensibile riduzione delle spese sanitarie e sociali.
La ricerca, coordinata dal professor Pierpaolo De Feo, ha preso in esame 179 pazienti diabetici di tipo 2, monitorati per un arco di tempo pari a 2 anni. I pazienti sono stati ripartiti in sei gruppi omogenei per sesso, età, periodo di affezione diabetica. I gruppi risultavano al contempo disomogenei per impegno fisico.
Al termine del periodo di monitoraggio, il gruppo dei pazienti che spendevano meno energia non ha mostrato variazioni nei valori di riferimento della patologia diabetica, mentre si è alzata la spesa per le cure. Il campione abituato a una spesa energetica leggera è risultato in miglioramento per ciò che concerne la pressione, che si è abbassata. I quattro gruppi campione restanti, abituati ad attività fisiche di media o alta entità hanno goduto di un miglioramento deciso, mentre risultava abbassarsi notevolmente la spesa per le cure diabetiche. I miglioramenti riguardano in generale il drastico abbassamento della pressione, del peso (in media 3 kg in meno), di glicemia (20% in meno), dei grassi nel sangue (un terzo in meno) e, conseguentemente, del rischio di infarto (del 15% inferiore).
GENTE!!! CAMMINATEEEE!!!!CAMMINIAMO!!!
L'articolo è stato tratto a sua volta dal sito:www.societaitalianadiendocrinologia.it
martedì 18 maggio 2010
condannati i genitori di clara,la ragazza sedicenne a cui era stata sospesa la terapia insulinica su indicazione di una santona
Oggi al telegiornale ho sentito che i genitori di Clara,la sedicenne morta per un coma iperglicemico il 13 Maggio 2008,sono stati condannati. Non ricordavo bene questo episodio ma averne sentito parlare alla tv mi ha fatto crescere un po' di curiosità e sono andata a riguardarmi la vicenda. A quanto pare i genitori di Clara,che era affetta da diabete,avevano deciso di sospenderle la terapia insulinica su indicazione di una specie di naturopata-ricercatrice o meglio di una "santona" che al posto delle medicine corrette aveva prescritto alla ragazza delle vitamine. Povera Clara,non ce l'ha fatta...è entrata in coma e non è stato possibile fare nulla per salvarla.
I genitori raccontano di essersi affidati alla sedicente curatrice perché non riuscivano ad accettare che la figlia dovesse iniettarsi insulina per tutta la vita. Così si sono illusi di poter trovare una via alternativa alla cura del diabete..purtroppo non sapevano quale rischio stavano correndo,non sapevano che in gioco c'era la vita della loro piccolina.Il rischio della morte di loro figlia non li aveva nemmeno sfiorati.
Ora,si fa presto a dire "che gente c'è in giro?","come si può credere a certe sciocchezze?","quanta ignoranza!". Io credo che dovremmo soffermarci a pensare alla sofferenza di quei genitori,che non sono mai riusciti ad accettare la patologia della figlia. E a questo punto chiedersi il perché di questa loro non accettazione. Chissà se qualcuno ha mia provato anche solo lontanamente ad aiutare questa famiglia. Io mi chiedo come sia possibile che queste persone siano rimaste completamente sole di fronte alla malattia,talmente sole da non sapere dove sbattere la testa e doversi perciò affidare ad una fantomatica guaritrice ( che evidentemente è riuscita a sembrare ai loro occhi molto più disponibile dei medici e degli infermieri che seguivano Clara).
Interroghiamoci su questo. Non basta dire che la gente è credulona e che là fuori ci sono individui sempre pronti ad ingannarci (mi riferisco alla curatrice). Cerchiamo di riflettere su questa vicenda per poter meglio affrontare le nuove situazioni che ci troveremo davanti. Credo che essere medici,infermieri ed educatori sia soprattutto instaurare una vera relazione d'aiuto e mai abbandonare i pazienti a loro stessi,alle loro paure,alle loro lacune e alle loro malattie. Riflettiamo affinché quello che è successo a Clara e alla sua famiglia,non si verifichi mai più!
domenica 16 maggio 2010
seconda stella a destra.. questo è il cammino.. e poi dritto fino al mattino.. poi la strada la trovi da te.. porta all'isola.. che non c'è!
http://www.youtube.com/watch?v=lCGgna6QbsY&feature=related
martedì 4 maggio 2010
A proposito di fruttosio

giovedì 29 aprile 2010
Torta di mele ipocalorica

mercoledì 28 aprile 2010
ultimo giorno di tirocinio...

sabato 24 aprile 2010
EMPOWERMENT e resiliance
Tra le parole straniere ormai di uso corrente, empowerment è una delle poche a non avere un corrispettivo nella lingua italiana e forse proprio per questo è un termine difficile da comprendere e da spiegare.Si può dire che empowerment significhi aiutare l'altro a ritrovare il suo potere sulla vita,aiutarlo a tirare fuori tutte le sue potenzialità in vista del raggiungimento di un obiettivo. Questo concetto,che viene dall'America del Nord, può essere utilizzato anche nel campo delle malattie croniche dove si manifesta come il risultato di un processo di formazione del malato che deve permettergli di acquisire delle conoscenze,delle abilità e delle attitudini,al fine di migliorare le sue capacità a tollerare e trattare la sua malattia.
Un'altro termine molto importante è resiliance. Questa seconda parola era usata nella navigazione a vela per designare il salvataggio di un marinaio caduto in mare. E' stato utilizzato anche dalla fisica per caratterizzare la resistenza di un metallo allo schoc esterno. Più recentemente è stato adottato anche dalla psicologia e dalle scienze dell'educazione per parlare della capacità di riprendersi,di ripartire dopo una caduta,una malattia,un fallimento. Questa nozione di resilienza è dunque legata alla forza vitale di ogni essere vivente di rinascere o risollevarsi dopo uno o più traumi. Tra questi traumi è possibile che ci sia anche una patologia cronica come il diabete.
Mentre l'empowerment ha bisogno della presenza di un intervento dall'esterno sulla persona,la resilienza,al contrario,necessita di far leva soprattutto sui fattori interni al malato. Mi spiego meglio,nella resilienza è il paziente stesso che riesce spontaneamente a far sorgere delle risorse interne per far fronte alla malattia. Al contrario,nell'empowerment si fa appello a fattori esterni,che permettano al paziente di ritrovare un certo grado di autonomia. Proprio perché l'empowerment insiste soprattutto sulla forza dei fattori esterni è in tal senso molto vivino al pragmatismo nordamericano.
mercoledì 21 aprile 2010
breve parentesi...rilassante
martedì 20 aprile 2010
Chewin-gum al posto delle inizioni di insulina

domenica 11 aprile 2010
Il caffè a pranzo abbassa il rischio di diabete 2

La letteratura scientifica che concerne i rapporti tra assunzione di caffè e diabete tipo 2 è nutrita. Lo studio ha preso in considerazione i dati di 69.532 donne francesi che hanno partecipato a una ricerca nutrizionale. Tale campione era di età tra 41 e 72 anni ed è stato monitorato per un arco di tempo molto lungo: circa 11 anni. Gli studiosi hanno verificato che nei soggetti che assumevano una media di circa 3 tazze di caffè al giorno il rischio di contrarre il diabete di tipo 2 è più basso del 27%, mentre chi ha consumato caffè all’orario di pranzo si è esposto a un rischio inferiore del 33% rispetto alla popolazione totale dello studio. Probabilmente il fattore decisivo risiede nel fatto che l’assunzione del caffè influenzi il metabolismo al pasto principale.
(da “American Journal of Clinical Nutrition”) |
martedì 6 aprile 2010
La terapia del sorriso:lo sapevate che...


lunedì 29 marzo 2010
L'obesità infantile

giovedì 25 marzo 2010
EDUCATORE al lavoro..
domenica 28 febbraio 2010
Il mio tirocinio...
Ho deciso di svolgere il mio tirocinio formativo previsto nel piano di studi del mio corso di laurea presso il centro antidiabetico dell'ospedale di Rovigo.E' stata (e parlo al passato perchè ormai si sta concludendo..) un'esperienza positiva e che sono sicura mi servirà per il mio futuro di educatrice. Sono stata molto fortunata ad essere accolta in questa struttura. I medici mi hanno dato la possibilità di gestire un gruppo di pazienti diabetici. Ho programmato per loro una serie di incontri educativi sul tema dell'attività fisica come terapia e modalità di controllare diabete e complicanze annesse. Nello specifico si trattava di incontri sulla motivazione al cambiamento del proprio stile di vita.Durante questi incontri ho cercato di adottare una metodologia attiva,proponendo giochi e discussioni interattive sui temi da trattare. Ho previsto la presenza anche di un esperto di scienze motorie e un "vero" esperto,un signore diabetico che da anni pratica sport proprio per controllare la sua patologia (e ovviamente anche per divertimento che non deve mai mancare!!!). Ho persino svolto un incontro in palestra,con tanto di istruttrice e ginnastica!!!Insomma,ho cercato di rendere i corsi i più interattivi e divertenti possibile. Trattandosi di persone con diabete di tipo 2 e di età compresa tra i 60 e 70 anni è stata dura convincerli a riprendere a fare un pò di attività fisica. Molti di loro ovviamente non avevano intenzione di rimettersi "in moto"(nel vero senso della parola). Per fortuna sono stati molto carini con me..hanno cercato di partecipare agli incontri nonostante sapessero fin dall'inizio che sarebbero stati delle sorte di "cavie umane"!!
Ora mi trovo al termine di questo ciclo di incontri..e mi aspetta la parte più dura:la valutazione. Mi chiedo se ho fatto bene o se ho fatto male,se gli obiettivi posti sono stati raggiunti oppure non lo sono stati affatto. Comunque vadano le cose spero davvero che le persone con cui ho lavorato abbiano compreso l'importanza dell'approccio educativo anche in questo settore che è da sempre considerato di competenza medica. Chissà,magari il mio impegno servirà a spianare la strada a futuri educatori che come me credono che tutto questo sia possibile e utile sul serio.
Di certo questa esperienza mi ha insegnato una cosa fondamentale,che talvolta viene dimenticata:noi operatori di salute ( e non solo di sanità!!) abbiamo a che fare tutti i giorni non solo con PAZIENTI ma soprattutto con PERSONE!! A questo proposito io dico:perchè la dicitura "centro antidiabetico"??Che sembra quasi un centro contro il diabetico?Chiamiamolo in un altro modo come ad esempio "Servizio per la PERSONA diabetica"...:-) Non è forse meglio??
mercoledì 3 febbraio 2010
Educazione terapeutica
Certo vi starete chiedendo:perchè un altro blog/sito che parli di diabete??? Avete ragione.Nella rete internet possiamo già trovare qualsiasi informazione a riguardo. Il mio intento infatti non è quello di parlare di diabete dal punto di vista medico-scientifico (cos'è,cosa comporta,perchè..etc..) per questo esistono già siti molto esaustivi. Io vorrei parlare di Educazione Terapeutica,una pietra miliare nella terapia del diabete,vitale per l'integrazione del paziente diabetico nella società.Ora spiego meglio di cosa sto parlando...Nel 1998 L'organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito l'Educazione Terapeutica un approccio che dovrebbe permettere al paziente di acquisire e mantenere le capacità e le competenze che lo aiutano a vivere in maniera ottimale con la sua malattia.Si tratta,di conseguenza,di un processo permanente,integrato alle cure e centrato sul paziente;l'educazione implica attività organizzate di sensibilizzazione,informazione,apprendimento dell'autogestione e sostegno psicologico concernenti la malattia,il trattamento prescritto,le terapie,il contesto ospedaliero e di cura,le informazioni relative all'organizzazione e i comportamenti di salute e di malattia.E' finalizzata ad aiutare i pazienti e le loro famiglie a comprendere la malattia ed il trattamento,a cooperare con i curanti,a vivere in maniera più sana e mantenbere o migliorare la loro qualità di vita.
L'Educazione Terapeutica viene effettuata nell'ambito delle patologie croniche,patologie da cui non si guarisce,che hanno evoluzioni incerte e che possono essere influenzate dallo stile di vita. Nonostante il paziente affetto da tali patologie non possa guarire può (anzi deve) comunque controllare la malattia. Nella malattia cronica,al contrario di quella acuta,il paziente deve assumere un ruolo attivo poichè anche la cura più costosa e all'avanguardia non può essere efficace se il paziente non riesce a seguirla. Per questo è importante accompagnare le persone con tali patologie sin dall'inizio,dalla fase di shock iniziale di conoscenza di avere la malattia,passando per la sua accettazione attraverso la terapia vera e propria.Nello specifico caso del diabete,un corretto percorso educativo dovrà quindi coinvolgere il paziente nella cura della sua malattia in modo tale da raggiungere e mantenere nel tempo un buon controllo metabolico evitando e/o riducendo le complicanze croniche. Tutto questo porterà la persona a riconquistare il benessere,ridisegnando un suo nuovo modello di integrità fisica,psichica e sociale.
domenica 31 gennaio 2010
Di cosa stiamo parlando
Nel diabete tipo 1, il pancreas non produce insulina a causa della distruzione delle cellule ß che producono questo ormone. Nel diabete di tipo 1 l'unica possibilità di cura è quella di sostituire dall'esterno la manancanza dell'ormone con le iniezioni di insulina necessarie per mantenere la funzione vitale delle cellule dell'organismo. Questa forma di diabete che crea di fatto un' "insulino-dipendenza" è anche conosciuto come "diabete giovanile", perchè molto più frquente in età evolutiva, o addirittura infantile, anche se oggi sappiamo che può presentarsi, sebbene in misura molto minore, anche in età adulta.
Il diabete di tipo 2 è la forma più diffusa in tutto il mondo, nei Paesi sviluppati ma anche in quelli in via di sviluppo, ed è in progressiva crescita dovunque. In questo caso l'insulina viene prodotta dal pancreas, in misuara minore del normale. L'insulina prodotta in queste persone, tuttavia, non riesce a svolgere tutti i suoi compiti dando luogo a quella che viene chiamata: "insulino-resistenza" .
Il risultato è ancora una volta la difficoltà del glucosio a passare dentro alle cellule per essere bruciato e una quantità eccessiva di glucosio che ristagna all'interno della circolazione sanguigna.
Oltre a queste principali tipologie di diabete ne esistono anche altre come ad esempio il diabete gestazionale,che viene riscontrato durante la gravidanza e altri tipi di diabete che non possono essere classificati nelle precedenti categorie e che si riscontrano spesso come conseguenza di altre malattie ( malattie del pancreas, difetti genetici) o condizioni particolari (es assunzione protratta di farmaci, gravi stati di malnutrizione).
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Per conoscere più nel dettaglio cos'è il diabete,che cosa esso comporta e le terapie ad esso associate vi consiglio di cliccare su questi link:
http://www.diabete.net/
http://it.wikipedia.org/wiki/Diabete
http://www.progettodiabete.org/
http://www.portalediabete.org/
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Presentazione
Mi presento sono Chiara, laureanda in "Educazione Professionale (nei servizi sanitari)" presso l'Ateneo di Padova.
Spero che grazie a questo spazio si possa discutere e scambiare informazioni e consigli riguardo questo tema. Con la speranza che possa essere utile non solo a studenti,che come me si stanno affacciando a questo ambito,ma anche agli operatori e alle persone che sono affette da questa patologia.
Ringrazio tutti coloro che vorranno visitare questo blog e che parteciperanno ai topic.