venerdì 3 dicembre 2010

Diabete gestazionale: ne soffre il 10% delle donne in Italia

Una donna su dieci oggi in Italia soffre di diabete gestazionale nel periodo della gravidanza: e' quanto emerso in apertura del 5/o congresso nazionale Centro studi e ricerche-Fondazione Amd (Associazione medici diabetologi), inaugurato oggi.
Con le nuove linee guida per lo screening e la diagnosi del diabete gestazionale il numero di donne diagnosticate con questa patologia sara' raddoppiato, afferma Antonino Di Benedetto, coordinatore del gruppo di studio 'diabete e gravidanza'. ''Da alcuni mesi - ha detto -i criteri sono stati semplificati. E' sufficiente una semplice misurazione della glicemia al momento della prima visita ginecologica. Certo, con questi nuovi criteri, il numero di donne diagnosticate con diabete gestazionale è destinato a crescere sensibilmente, da circa il 10% sino al 18-20%. Ma in virtu' dell'elevato rischio di avere il diabete tipo 2, come conseguenza di quello gestazionale, e' importante che tutte le donne in gravidanza effettuino questo semplice esame''. Una donna su tre diagnosticata con diabete gestazionale, afferma l'associazione, dopo il parto ha un rischio elevato di contrarre il diabete mellito tipo 2 nei 5 anni successivi. Le conseguenze per il feto possono essere serie: dalla crescita disarmonica (macrosomia) sino alla predisposizione al diabete, all'obesita' e alle malattie cardiovascolari. Una persona su dieci in Toscana soffre di diabete, e la prevalenza tende ad aumentare con l'eta'. E' stato inoltre presentato oggi lo studio clinico internazionale Leader, volto a valutare gli outcomes cardiovascolari di Liraglutide nel trattamento delle persone con diabete tipo 2.

sabato 20 novembre 2010

Una passeggiata al giorno...toglie 24 malattie di torno

Ci sono almeno 24 patologie diverse che si possono combattere a suon di passi. Non conta che siano lunghi, di corsa, più o meno faticosi, ma il segreto sta nella quotidianità di questa buona e sana abitudine. Tanto sana che per chi persevera e dedica ogni giorno un po' di tempo al movimento all’aria aperta - magari con un’alimentazione corretta e dimenticando le sigarette - c’è un bel premio: scongiurare malattie come il diabete, l’obesità, l’ipertensione, la depressione, l’osteoporosi.

I PRO - A ognuno il suo ritmo e il suo passo. Camminare non ha controindicazioni ed è il modo più semplice ed efficace per dare esercizio fisico a ogni età. Rigenera il corpo e lo spirito e, secondo i ricercatori inglesi dell’università di East Anglia (a Norwich, in Gran Bretagna) che hanno messo insieme i risultati di 40 studi diversi compiuti tra il 2006 e il 2010 da vari atenei, contribuisce in modo schiacciante a migliorare e mantenere un buono stato di salute delle persone. Le loro conclusioni, pubblicate sull’International Journal of Clinical Practice, sono racchiuse in un lungo elenco di patologie che si possono evitare con l’esercizio. Ecco i gruppi maggiori cui appartengono: problemi cardiovascolari, infarti, ischemie vengono ridotti; diminuisce il rischio di diabete di tipo 2, osteoporosi, depressione, obesità, ipertensione; si possono prevenire diverse tipologie di cancro, e soprattutto l’esercizio aiuta a guarirne prima; camminare aiuta in vecchiaia a rallentare l’arrivo di tutte le malattie degenerative legate alla memoria e al cervello; per gli uomini spesso è un toccasana nel combattere i problemi di erezione.

SALUTE GENERALE - «Gli studi analizzati mostrano che la durata e qualità della vita dipendono da un mix complesso di fattori, tra cui lo stile di vita, la provenienza geografica e pure la fortuna. Gli individui hanno comunque almeno un elemento di controllo su alcuni di questi fattori, si pensi al peso, alla dieta, al fumo e all’attività fisica», commenta il ricercatore inglese Leslie Alford, che consiglia anche in che modo sfruttare l’attività fisica per ridurre i rischi di malattie. Per gli adulti fino ai 65 anni sono consigliabili 150 minuti a settimana di passeggiate, ovvero circa mezzora per 5 giorni su 7. Per chi già è allenato a fare di più, bastano anche 20 minuti di jogging per 3 volte a settimana. A ciò andrebbero aggiunte almeno due sedute (in palestra, a casa, al parco, in piscina) di lavoro muscolare che coinvolga di volta in volta le varie fasce del corpo. E in generale, mai smettere del tutto di muoversi, a meno che non ci siano controindicazioni gravi, soprattutto dalla mezza età in avanti, e ancor più se da giovani si è sempre avuto uno stile di vita "in movimento".

venerdì 22 ottobre 2010

un bacio e un ringraziamento ai miei compagni di strada

Quanto tempo è passato dal mio ultimo post??? Taaaantoooo!!Troppo!!!
Ne sono successe di cose da allora. Soprattutto mi sono laureata finalmente. Che soddisfazione enorme,che bella festa!! E allo stesso tempo come mi dispiace non poter più vedere quotidianamente tutti i miei amici dell'università. L'altra settimana ci siamo incontrati per l'ultima volta per salutarci. Avevo il cuore che piangeva. MI MANCHERETE RAGAZZI:in particolare Ilaria,Angela,Chiara,Fabio (che se ne torna nella sua amata Sardegna),Giulia C.e Giulia S.,Nicola...Giulia M. e Michela (in giro per il mondo)e Betta (che tengo stretta stretta al cuore. E tutti gli altri!
Con voi ho trascorso tre anni davvero importanti. Vi terrò nei mie pensieri sempre.
E adesso?? E adesso in bocca al lupo ragazzi. Speriamo di diventare tutti ottimi educatori e soprattutto speriamo di non perdere i contatti. Un bacio grande grande!!!

lunedì 20 settembre 2010

che soddisfazione!!

Finalmente la tesi è terminata,impaginata per bene e...stampata!! Che soddisfazione averla tra le mani e poterla sfogliare. Mi sembra impossibile avere scritto tutte quelle pagine. E adesso devo solo pensare a prepararmi bene per l'esame di stato. Ho tanta fifa per quello... Ma il più è fatto. Sono felice! :-)

giovedì 9 settembre 2010

Il servizio civile volontario


E' davvero tantissimo tempo che non scrivo in questo blog. Gli impegni in questo periodo sono stati tanti! Dopo aver terminato (come pensavo) la mia tesi ho dovuto fare varie modifiche e ho dovuto sistemarla tutta al pc.
Inoltre ho cominciato il Servizio civile regionale presso il Comune di Rovigo,settore Servizi sociali. Purtroppo per adesso non ho ancora avuto la possibilità di cimentarmi nel lavoro vero e proprio e ho fatto sempre avanti e indietro Rovigo-Padova per un corso di formazione. Sono molto soddisfatta del corso che stiamo facendo. Contrariamente alle mie aspettative sono degli incontri non passivi e molto divertenti,fatti di persone pensanti,di giochi,di partecipazione e di messa in gioco di tutti. Abbiamo avuto l'occasione di conoscere alcune persone molto carine che si possono definire cittadini attivi e che praticano o hanno praticato associazionismo e volontariato. Ho appreso molto da loro e li ringrazio davvero.
Ora spero che anche i prossimi incontri saranno così divertenti e coinvolgenti. Spero soprattutto che una volta arrivata al comune di Rovigo mi impieghino in qualcosa di serio perché io ormai sono iperattiva,eccitata dall'idea di cominciare il mio nuovo lavoro e sono carica di aspettative. MAh,chissà...
Mi faccio un grosso "inboccalupo" da sola!! Sono pronta per questa nuova avventura!

venerdì 20 agosto 2010

TERMINATA LA TESI..FINALEMENTE!


Terminata la settimana di pacchia totale mi sono rimessa sotto con la tesi. Questo devo proprio scriverlo: L'HO TERMINATA FINALMENTEEEE!!!!!
Ho riletto tutto una seconda volta e adesso sono pronta per farla giudicare dal mio relatore. Ho una fifa....e anche un po' di vergogna perché mi sento in imbarazzo a fare leggere tutte le scemenze che ho scritto:-)
E adesso mi aspetta un week end di libertà. Besitossssss.

lunedì 9 agosto 2010

un po' di vacanza...


Questa è la settimana di ferragosto,la tanto attesa settimana di ferie! Io però quest'anno non me ne vado da nessuna parte. Me ne sto a casa,a leggere e a cazzeggiare. Si perchè anche se non vado in nessuna località turistica,ho deciso che in vacanza ci vado lo stesso:niente tesi questa settimana!! Solo relax,mare e qualche impegno tranquillo. Sbaglio forse??? NOOOOO!!! Quindi gente vi saluto e auguro a tutti voi un po' di meritata vacanza!! Ciaooo!!!

giovedì 5 agosto 2010

L'educazione terapeutica ai pazienti diabetici

Una delle scoperte mediche più importanti degli ultimi anni è stata l'evidenza scientifica di poter prevenire e curare meglio la malattia cronica con l'educazione. L'idea che il paziente debba essere adeguatamente istruito e motivato (in una parola “educato”) è nata negli anni '20,con l'inizio dell'era insulinica,si è diffusa molto lentamente per alcuni decenni,si è sviluppata pienamente a partire dagli anni '70 ed oggi è divenuta una colonna portante nella cura del diabete. L'educazione terapeutica (ET) del paziente viene così definita nel rapporto tecnico dell'Organizzazione Mondiale della Sanità regione Europa del 1998: l'educazione terapeutica dovrebbe permettere ai pazienti di acquisire e di conservare le capacità e competenze che li aiutano a vivere in maniera ottimale la loro vira con la malattia. Si tratta quindi di un processo permanente,integrato alle cure e centrato sul paziente. L'educazione implica attività organizzate di sensibilizzazione,d'informazione,di apprendimento dell'autogestione,di sostegno psicologico riguardo la malattia,il trattamento prescritto e le cure,il quadro ospedaliero,le informazioni relative all'organizzazione e i comportamenti di salute e di malattia. Essa mira ad aiutare i pazienti e le loro famiglie a comprendere la malattia e il trattamento,a collaborare con i curanti,a vivere in maniera più sana e a conservare o migliorare la qualità della loro vita. Un' ET di qualità deve quindi essere centrata sul paziente e riguardare i fattori sociali,psicologici ed ambientali della sua vita quotidiana;deve partire da una valutazione dei bisogni del paziente e adattasi al suo profilo educativo,culturale rispettandone le sue preferenze,il suo stile e il suo ritmo di apprendimento;deve essere un processo permanente,continuo e fare parte di una presa in carico a lungo termine,che coinvolga anche i famigliari del paziente;deve essere fondata scientificamente,definita in termini di attività e di contenuto;deve essere organizzata nel tempo e realizzata con mezzi educativi adeguati;deve essere multi-professionale,interdisciplinare e intersettoriale e deve includere una valutazione dello svolgimento del programma1.
Documentazioni scientifiche sufficientemente ampie dimostrano chiaramente che l'ET da una parte migliora il livello di salute del paziente, preservandone in molti casi la qualità della vita, dall'altra contribuisce a rallentare la comparsa delle complicanze riducendone i costi in termini di risorse umane e materiali.

mercoledì 4 agosto 2010

che stanchezza..

Che stanchezza questa tesi! I miei occhi chiedono pietà perché non ce la fanno più a stare ore e ore davanti al PC. Si vede che non sono abituata eh? E' anche per questo che ho scelto di diventare un'educatrice,per non rischiare di inciampare in uno di quei lavori noiosi dove bisogna stare collegati al computer una giornata intera. NO no no..non fa per me!
La tesi mi sta rubando abbastanza tempo,non credevo in verità. Nonostante sia elettrizzata dall'idea di scrivere una cosa tutta mia,mi sto anche annoiando. In casa le ore non passano più e mi ritrovo spesso e volentieri a cazzeggiare in rete,magari su facebook ( da vera sfigata insomma). Era molto meglio quando frequentavo le lezioni all'università. Almeno mi incontravo coi miei amici e passavamo le giornate in compagnia! Tra l'altro stanno cominciando a mancarmi parecchio quei ragazzi:-)
Beh,spero che a Settembre le cose cambino. Sono stata presa per fare il Servizio Civile Volontario presso l'ufficio dei servizi sociali del comune di Rovigo. Sono stra felice ovviamente. Finalmente potrò mettere in pratica quello che finora ho potuto apprendere solo dai libri. Sarà una grande occasione per mettermi in gioco e per vedere se posso essere un'educatrice davvero nel futuro.
Ora do retta ai miei occhi e spengo tutto. A presto.

giovedì 22 luglio 2010

primo capitolo terminato :-)

Ehi ehi....lo sapevate che ho comiciato a scrivere la mia tesi di laurea?? Ho cominciato lunedì. Mi sono armata di libri,riviste,altre tesi e pc...( e di tanta buona volontà,perchè con questo caldo avrei voglia solo di sguazzare nel mare) e ho cominciato a buttare giù qualcosina. Beh,quel qualcosina è diventato già il primo capitolo. L'ho terminato proprio adesso. Troppo soddisfatta ho deciso di scriverlo nel mio blog.. CHIARA E' FELICE!!!! :-)))))

martedì 20 luglio 2010

i criteri diagnostici del diabete

I criteri per la diagnosi di diabete sono,oltre alla presenza dei sintomi tipici di diabete,un valore di glicemia casuale,cioè indipendentemente dal momento della giornata,≥ 200mg dl;oppure glicemia a digiuno ≥ 126 mg/dl ( intendendosi con digiuno la mancata assunzione di cibo da almeno 8 ore);oppure glicemia ≥ 200 mg/dl due ore dopo una prova da carico orale di glucosio ( OGTT). Esistono inoltre situazioni cliniche in cui la glicemia non supera i livelli stabiliti per la definizione di diabete,ma che,non costituiscono una condizione di normalità. In questi casi si parla di alterata glicemia a digiuno (IFG) quando i valori di glicemia a digiuno sono compresi tra 100 e 125 mg/dl e di ridotta tolleranza al glucosio (IGT) quando la glicemia,due ore dopo il carico di glucosio,è compresa tra 140 e 199 mg/dl.

domenica 18 luglio 2010

andarmene da qui..?

Avviso subito che questo post non riguarda il diabete. E' un piccolo spazio personale dove voglio annotare alcuni miei pensieri.
Oggi,dopo tanto tempo per metterci d'accordo e per organizzarci per bene, noi EPO ( educatori professionali del 3 anno dell'università di padova) siamo riusciti finalemnte a trovarci per un pranzo tutti assieme ( o quasi). Banale dire che ci siamo divertiti e che abbiamo passato un'ottima domenica insieme. Banale dire che stare con loro mi ha fatto capire quali persone meravigliose ho avuto la fortuna di incontrare. Banale anche dire quanto mi mancheranno oramai che abbiamo terminato questi tre anni di università. Ho scoperto che le persone non sono tutte come quelle che ci sono nel mio paese ( e per fortuna!!!). Sono sempre più convinta che Adria non sia il posto fatto per me,per viverci una vita intera. Certo qui ci sono la mia famiglia,i miei splendidi nipotini e alcuni cari amici da cui sarà difficile separarmi..ma spero davvero un giorno di andarmene da questo postaccio,dove tutti pensano solo a bere e ubriacarsi e andare nei soliti locali alla moda per non rischiare di essere considerato uno sfigato. Se hai troppi obiettivi seri nella vita non sei preso in considerazione perchè fai le cose ( e osi dire queste cose ) troppo sul serio. Io vorrei tanto vivere coi miei amici EDUCATORI PROROMEPENTI che sanno affrontare la vita si col sorriso ma anche con la giusta preoccupazione per il proprio presente e per il proprio futuro. La vita non è fatta solo di divertimento ma anche di serietà a volte.E questi tre anni con loro mi hanno fatto riflettere molto su questa cosa: la vita è un dono meraviglioso,che qualcosa o qualcuno ( forse quello che io chiamo Dio) ci ha fatto ed è una cosa seria perchè importante. Grazie miei educatori per avermi fatto crescere insieme a voi,per avermi fatto sognare un futuro migliore,per avermi dato la forza di uscire da quel mondo tolemaico che è Adria,oltre le quali colonne d'Ercole sembra non ci sia altro. Per fortuna fuori da queste colonne C'E' BEN ALTRO....ci siete voi!
Chiedo scusa ai lettori per lo sfogo ma sentivo di dover fare questa riflessione.
Un abbraccio a tutti i miei compagni EPO. Alla prossima!

lunedì 12 luglio 2010

termine degli esami...non del blog!!

ciao a tutti!
Venerdì scorso ho finalmente terminato tutti gli esami...che grandissima soddisfazione! L'ultimo esame è stato proprio quello di informatica,lo stesso esame che mi ha "costretto" a creare e gestire questo blog. Devo dire la verità,inizialmente non avevo per niente voglia e intenzione di fare un blog. Sentivo che era una cosa imposta da qualcun altro e che non mi apparteneva. Poi,col tempo,ho imparato a voler bene a questa mia creazione e mi sono affezionata a questo piccolo spazio di libertà che è diabeteducazione. Quindi,contrariamente a quello che ho sempre pensato ( ossia che una volta superato l'esame di informatica avrei cancellato il blog) ho deciso di continuare a seguirlo. Chissà potrebbe essermi utile in qualche modo e soprattutto essere utile ad altre persone.
Quindi gente,continuate a leggere e commentare!!! Userò questo blog anche per scrivere la mia tesi..
Ciauz!:-)

giovedì 8 luglio 2010

IL DIABETE AL CINEMA


Ormai tutto quello che interessa la nostra vita sociale viene rappresentato in tv o al cinema. Il diabete,che è una condizione ormai diffusa in tutto il mondo,non dovrebbe fare eccezione. Ma ci siamo mai chiesti come viene rappresentata questa patologia nei film che guardiamo?
Eccovi alcuni esempi ( anzi pochissimi,perché di diabete se ne parla pochissimo!):nel film “Derailed”, la figlia del protagonista viene colta da crisi ipoglicemiche gravi e necessita di trapianto; in “Chocolat”, Armande è una signora anziana forte di carattere, diabetica in stadio avanzato, che muore di attacco di cuore; in “Panic Room”, la figlia della protagonista ha una crisi ipoglicemica proprio mentre entrambe sono chiuse in una stanza con i ladri in casa; “Johnny Stecchino”, l’amico del protagonista, diabetico è affetto da sindrome di down.
Il personaggio diabetico viene rappresentato sul grande o piccolo schermo come un incrocio tra un malato terminale ed un disabile. Talvolta anche obeso. Ah, e pure un po' sfigato.Un quadretto niente male, eh?
Ma la verità è che di diabete si parla ancora pochissimo nel grande e nel piccolo schermo. Forse perché è una malattia noiosa? Il diabete è sempre uguale: 365 giorni l’anno, 24h su 24h a fare sempre le stesse cose… controlli, punture/pillole, dieta. E quando capita la temutissima ipo, il 99% delle volte basta prendere un succo di frutta e la cosa si risolve. Altro che convulsioni, isteria, e scene da panico. E quando capita la temutissima iper, il 99% delle volte l’unica cosa che ti viene è una gran sete. Altro che emergenze e rischio di morte imminente… al massimo si muore di noia. Insomma,forse non suscita un così grande interesse!
Recentemente ho guardato un altro film,molto bello a mio parere,"Mine vaganti". La nonna della famiglia era affetta da diabete. Vi lascio guardare il film per vedere come questo personaggio viene rappresentato:non certo come un malato o un disabile..ma come una mina vagante. Le mine vaganti sono quelle persone che riescono a sconvolgere gli equilibri con i loro comportamenti e le loro prese di posizione, che non hanno paura delle proprie opinioni e del loro modo di essere.Niente male!!!

domenica 4 luglio 2010


Ho letto un'interessante intervista a un importante diabetologo di Genova:Enrico Torre,il quale ha scritto un bel libro:"Il medico smarrito". Diamoci un'occhiata!!!

Essere diabetologo, ha scritto qualcuno in questa rubrica, è una condizione cronica. Giustissimo. E come il diabete ha un suo percorso di accettazione.
Accetto di non avere la bacchetta magica, il ‘tocco’ magico. Accetto di curare meno con le medicine e molto... molto con cosa?

Penso di aver trovato la risposta. Nessun merito mio, ho avuto due grandi
maestri: io curo con il mio essere uomo. Il lavoro del diabetologo è essere persona. Saperlo essere con tutte le difficoltà e le potenzialità che questo comporta.

Si impara anche soffrendo, lo dicevano i greci. L’intuizione che l’educazione terapeutica mi ha fatto nascere è che aver sofferto è un aspetto importante nella relazione terapeutica. Non necessariamente della stessa malattia del paziente.

Essendo questo un diario faccio un esempio personale. Da qualche anno ho la gastrite. Il modo migliore per tenerla a bada è mangiare il giusto rinunciando ad alimenti particolarmente irritanti. C’è un problema anche qui di ‘adherence’ alla terapia.
Prima di sviluppare la gastrite istintivamente dividevo i pazienti in ‘buoni’ e ‘cattivi’ a seconda della loro capacità di seguire certe raccomandazioni. Oggi so - lo vedo dal mio comportamento - che nella realtà non si è ne buoni ne cattivi. Il paziente Enrico di anni 43 - gastrite con RE - più spesso è ‘buono’ a volte è ‘cattivo’ . Per gola, per fame, perché non resiste a una tentazione si ‘strafoga’ e passa la notte con lo stomaco in fiamme. Detto in altre parole non esistono pazienti ‘buoni’ né ‘cattivi’, perché in questa suddivisione è implicito un giudizio. E se il medico giudica, si allontana dal paziente e non è più in grado di stabilire un rapporto di cura efficace. Questo non c’era sui libri ma l’ho imparato sulla mia pelle.

I libri servono a poco. Lo dico anche se ne ho pensato e scritto uno insieme ai due miei maestri: Andrea Corsi, diabetologo e alfiere della educazione terapeutica e Paolo Gentili, docente di Psicologia a Roma, psicoterapeuta che accompagna da tempo le riflessioni di noi diabetologi.

Il medico smarrito parte proprio da un racconto diviso in tre fasi: “Il medico smarrito”, “Il paziente smarrito” e “Lo specchio”. A ognuna di queste tre fasi fanno seguito riflessioni davvero magistrali di Andrea Corsi e di Paolo Gentili. Il registro narrativo stimola le riflessioni è da loro carne e ossa.

Nel racconto ci sono personaggi molto vicini a essere persone. Sono persone che mettono in discussione. Come molti diabetologi. Ecco, io sono convinto che l’educazione Terapeutica e la Psicologia, penso in particolare a quella Rogersiana, diano degli strumenti e mi piacerebbe che questo libro (stampato e distribuito a 7 mila medici grazie all’intervento di tre case
farmaceutiche) stimolasse la curiosità di procurarseli questi strumenti.

Ma non basta. Convivere con la malattia in fondo significa essere uomini ed è qualcosa che va oltre gli obiettivi della educazione terapeutica e della psicologia. È una sfida ardua. Come diabetologi noi non operiamo sul terreno fisiologico del pancreas (o dello... stomaco). Il nostro ‘teatro operatorio’ è la vita stessa del paziente, i suoi vissuti e questi sono sempre diversi da come ce li aspettavamo.
La relazione fra medico e paziente deve quindi essere descritta nella sua eterogeneità. Credenze, ruoli e feticci (l’idea del buon medico e del buon paziente che sia il medico sia il paziente hanno e con la quale si
confrontano) si dispongono in maniera diversa ogni volta. Come superarli?
Tenendo presente che grazie al mio vissuto entro in contatto con chi mi sta davanti. In ogni relazione.

Detto in altra maniera: il curante deve sapere che è curato dal suo paziente. Sempre, comunque.

Per questo il concetto di specchio conclude la narrazione e vuole proporsi come sintesi come proposta di soluzione dello scacco in cui il medico si trova smarrendosi.

Come l’ho fatta lunga! Solo una cosa aggiungo: Ma il titolo del mio, del nostro libro può essere letto anche in un altro modo. Il medico può essere smarrito inteso come participio. Un ‘oggetto smarrito’ dalla collettività che è si attende da noi la risoluzione immediata del problema. Si è perso il ruolo del medico come accompagnatore, confessore, amico, testimone. Quel che volete.

Anche questo ruolo può essere recuperato facendo vibrare, aleggiare nel colloquio la sofferenza, la dimensione umana del rapporto. Se so che sono anche io ‘paziente’ (nel senso che ‘patisco’) potrò non giudicare e solo dove non c’è giudizio di può essere empatia, empowerment, cura efficace.

Fa bene ai medici essere ogni tanto malati sedersi dall’altra parte della scrivania rendersi conto come si è fragili, come si è deboli.

Questo libro è piaciuto ai primi che lo hanno letto. Sono orgoglioso delle splendide parole scritte da Jean Philippe Assal. Il fondatore della Educazione terapeutica mi ha cercato mentre ero in montagna (sinceramente all’inizio pensavo che si trattasse di uno scherzo dei miei colleghi) e poi a casa e si è offerto per scrivere parole che mi fanno arrossire. Spero che piaccia anche ai diabetologi, ai medici di medicina generale e magari anche a chi ogni giorno accompagna il suo medico in un percorso di consapevolezza e umanità.

martedì 29 giugno 2010

Il Diabete



Come avevo detto pubblico un altro video,a mio avviso abbastanza esplicativo della patologia diabetica.Buona visione!

domenica 27 giugno 2010

Diabete e oculistica



Questo è il primo di una serie di video che voglio pubblicare sul blog riguardanti le complicanze del diabete. Fantastico...su youtube si trovano anche cose serie :-)

venerdì 25 giugno 2010

le nuove vittime del diabete:i figli degli immigrati!


Aumenta il numero di giovani diabetici in Italia:300 mila tra ragazzi e bambini sono malati e ogni due giorni viene scoperto un nuovo caso di diabete di tipo 1 in ragazzi sotto i 14 anni.
Un dato emerso recentemente è che 1 nuovo paziente su 10 è figlio di immigrati. Questo fatto conferma l'ipotesi che non esiste solamente una componente genetica che determina la malattia ma che,in chi è predisposto,probabilmente,il cambiamento delle abitudini alimentari rispetto al Paese d'origine "scatena" il manifestarsi della malattia.
I fattori ambientali si stanno quindi rilevando sempre più importanti nello studio delle cause del diabete soprattutto in questo ultimo ventennio durante il quale abbiamo assistito a grandi cambiamenti nello stile di vita e nelle abitudini alimentari e non solo.

martedì 15 giugno 2010

5 consigli da seguire quando si cercano informazioni mediche online

Diciamo la verità:tutti noi ormai cerchiamo in internet informazioni relative alle patologie di cui possiamo essere affetti. Ma siamo davvero sicuri di farlo in maniera corretta? Talvolta le informazioni che troviamo sul web servono solo ad allarmarci ulteriormente o a generare ansie inutili. Questo articolo che vi propongo è interessante e a mio avviso anche molto utile...buona lettura!


Uno studio condotto recentemente dal National Institutes of Health (NIH) ha rilevato che un sempre maggior numero di americani naviga in internet per cercare informazioni mediche, piuttosto che consultare il proprio medico.

Nel 2003 erano il 51%, 2 anni dopo il numero era salito al 58%, anche se un'altra indagine mostrava che la fiducia del pubblico per i contenuti online riguardanti la salute era diminuita.
Pensiamo che la realtà italiana non sia molto diversa.
Le persone intervistate sostengono che la ricerca online spesso è frustrante o le informazioni inaccurate, persino pericolose.
Ma navigare in Internet non è necessariamente sbagliato, dicono gli esperti.
Bisogna solo essere certi che il sito su cui state cercando informazioni sia credibile e degno di fiducia.

Come si fa a saperlo? Ecco le 5 indicazioni principali da prendere in considerazione quando valutate le informazioni mediche online.

1.Prendete sempre in considerazine la fonte dell'informazione. Le buoni fonti di informazione medica sono quelle che provengono da siti governativi, università; molti gruppi non-profit come l'American Diabetes Association (le nostre SID o AMD, n.d.t.) e organizzazioni dedicate ad offrire servizi medici specialistici condividono le loro conoscenze attraverso i loro esperti.
2.Evitate i siti che sponsorizzano ovviamente un prodotto o un servizio o che vogliono che si faccia qualcosa, come comprare un prodotto o rivelare informazioni personali. Facilmente conterranno informazioni che sono poco obiettive o tendenziose. Cercate il nome della fonte dei contenuti ed accertatevi che ci sia una chiara distinzione tra contenuti editoriali e pubblicitari.
3.Accertatevi che il sito su cui state navigando riporti notizie aggiornate. Potete verificarlo alla fine o all'inizio di ogni articolo e vedere se c'è la data di pubblicazione. Le informazioni mediche cambiano continuamente perchè continuamente ci sono nuove informazioni su terapie e cure, ed è importante conoscere sempre le più recenti.
4.Le informazioni dovrebbero essere esposte in modo chiaro e conciso, dovrebbero riportare fatti precisi ed essere verificabili. Controllate che le informazioni possano essere riconducibili ad un autore e/o ad una fonte autorevole.
5.Accertatevi che il sito precisi a chi è rivolto. Molti siti medici hanno una sezione per pazienti ed un'altra per professionisti. Se il sito è solo per professionisti, può non essere indicato ad un vasto pubblico.
da Diabetes News Archives – ARAcontent

Traduzione ed adattamento di Daniela D'Onofrio

mercoledì 9 giugno 2010

Cavoliiii....mi sono accorta che ho lasciato un po' indietro il mio blog. L'ultimo post risale al 20 Maggio!! :-0 Purtroppo si fa una gran fatica a stare dietro a tutto,compreso seguire un blog. tra le lezioni da finire,gli esami da preparare e tantissimi altri impegni extra scolastici...ho perso un po' l'orientamento e lo scorrere del tempo. Rimedio subito lasciando un articoletto interessante di "Portale diabete" ( come avete capito mi affido molto a questo sito Internet :-)) Buona lettura!!

Progetto «Subito!»: il paziente con diabete al centro della cura

Diabete: "Subito! È meglio". Prafrasando, agire subito per affrontare in modo nuovo e più concreto una malattia che avanza giorno dopo giorno. È questo lo slogan della diabetologia italiana lanciato da AMD (Associazione Medici Diabetologi) nel corso del convegno "SUBITO! Il grande progetto 2009-2013 della Diabetologia italiana. Dalla ‘cura’ al ‘prendersi cura’ della persona", svoltosi questa mattina a Roma e realizzato grazie al contributo non condizionato di Fondazione MSD.
In Italia le persone con diabete rappresentano quasi il 7% della popolazione, più o meno 4 milioni di persone. I costi sono raddoppiati in 20 anni: nel 1998 il diabete pesava sulle casse dello Stato per circa 5 miliardi di euro, pari al 6,7% della spesa totale per la sanità, mentre oggi le stime parlano di 11 miliardi di euro, circa il 10% della spesa sanitaria. Nel nostro paese ogni anno 75 mila persone con diabete subiscono un infarto, 18 mila un ictus, 20 mila vanno incontro a insufficienza renale cronica, 5 mila patiscono l’amputazione degli arti inferiori e altre 18 mila muoiono.
È per cercare di far fronte a quella che assume sempre più i contorni di un`emergenza sanitaria che nasce il progetto "Subito!". Tra gli obiettivi che il progetto si prefigge, migliorare il compenso metabolico della persona con diabete, cioè riportare i valori della glicemia alla normalità e mantenerli costantemente sotto controllo, sin dall’esordio della malattia o comunque alla sua diagnosi, al fine di ridurre il peso delle complicanze cardiovascolari nei successivi 5 anni. “Contiamo di farlo - spiega Sandro Gentile, Presidente AMD - attraverso un lavoro organico di formazione, educazione e comunicazione che non coinvolga solo i diabetologi, ma anche medici di medicina generale e altri specialisti, le associazioni di volontariato, le istituzioni e il mondo dell’industria, perché siamo consapevoli che solo lavorando e impegnandoci insieme possiamo rendere il nostro lavoro più efficace e più efficiente, nell’interesse delle persone con diabete”.
I più recenti studi scientifici hanno dimostrato come intervenire subito sulla glicemia sia di estremo beneficio per la persona con diabete: “Se cominciassimo a trattare in maniera rigorosa la malattia almeno 5 anni prima - ha detto Carlo Giorda, vicepresidente AMD - potremmo ridurre le complicanze cardiovascolari sino a oltre il 40%”.

Il progetto "Subito!" sta già facendo scuola: "L`IDF-International Diabetes Federation Europa - conclude Gentile - ha deciso di porlo all’attenzione dei colleghi europei nell’ambito delle azioni volte a migliorare l’applicazione delle linee guida, che vedono un punto saldo nel rigoroso trattamento precoce”.

giovedì 20 maggio 2010

I benefici di una camminata

Oggi ho ricevuto un messaggio dal sito "Portale diabete" ( che vi consiglio di andare a guardare). Questo articolo parla dell'attività fisica come vera e propria terapia al diabete. Ecco cosa c'è scritto:

Una ricerca del Dipartimento di Medicina Interna dell’Università di Perugia, presentata al XXXI congresso nazionale della Società Italiana di Endocrinologia, rivela che camminare ogni giorno per circa 4 km permette a chi è affetto da diabete tipo 2 di incrementare l’efficacia della cura, apportando una sensibile riduzione delle spese sanitarie e sociali.

La ricerca, coordinata dal professor Pierpaolo De Feo, ha preso in esame 179 pazienti diabetici di tipo 2, monitorati per un arco di tempo pari a 2 anni. I pazienti sono stati ripartiti in sei gruppi omogenei per sesso, età, periodo di affezione diabetica. I gruppi risultavano al contempo disomogenei per impegno fisico.

Al termine del periodo di monitoraggio, il gruppo dei pazienti che spendevano meno energia non ha mostrato variazioni nei valori di riferimento della patologia diabetica, mentre si è alzata la spesa per le cure. Il campione abituato a una spesa energetica leggera è risultato in miglioramento per ciò che concerne la pressione, che si è abbassata. I quattro gruppi campione restanti, abituati ad attività fisiche di media o alta entità hanno goduto di un miglioramento deciso, mentre risultava abbassarsi notevolmente la spesa per le cure diabetiche. I miglioramenti riguardano in generale il drastico abbassamento della pressione, del peso (in media 3 kg in meno), di glicemia (20% in meno), dei grassi nel sangue (un terzo in meno) e, conseguentemente, del rischio di infarto (del 15% inferiore).

GENTE!!! CAMMINATEEEE!!!!CAMMINIAMO!!!

L'articolo è stato tratto a sua volta dal sito:www.societaitalianadiendocrinologia.it

martedì 18 maggio 2010

condannati i genitori di clara,la ragazza sedicenne a cui era stata sospesa la terapia insulinica su indicazione di una santona

Oggi al telegiornale ho sentito che i genitori di Clara,la sedicenne morta per un coma iperglicemico il 13 Maggio 2008,sono stati condannati. Non ricordavo bene questo episodio ma averne sentito parlare alla tv mi ha fatto crescere un po' di curiosità e sono andata a riguardarmi la vicenda. A quanto pare i genitori di Clara,che era affetta da diabete,avevano deciso di sospenderle la terapia insulinica su indicazione di una specie di naturopata-ricercatrice o meglio di una "santona" che al posto delle medicine corrette aveva prescritto alla ragazza delle vitamine. Povera Clara,non ce l'ha fatta...è entrata in coma e non è stato possibile fare nulla per salvarla.

I genitori raccontano di essersi affidati alla sedicente curatrice perché non riuscivano ad accettare che la figlia dovesse iniettarsi insulina per tutta la vita. Così si sono illusi di poter trovare una via alternativa alla cura del diabete..purtroppo non sapevano quale rischio stavano correndo,non sapevano che in gioco c'era la vita della loro piccolina.Il rischio della morte di loro figlia non li aveva nemmeno sfiorati.

Ora,si fa presto a dire "che gente c'è in giro?","come si può credere a certe sciocchezze?","quanta ignoranza!". Io credo che dovremmo soffermarci a pensare alla sofferenza di quei genitori,che non sono mai riusciti ad accettare la patologia della figlia. E a questo punto chiedersi il perché di questa loro non accettazione. Chissà se qualcuno ha mia provato anche solo lontanamente ad aiutare questa famiglia. Io mi chiedo come sia possibile che queste persone siano rimaste completamente sole di fronte alla malattia,talmente sole da non sapere dove sbattere la testa e doversi perciò affidare ad una fantomatica guaritrice ( che evidentemente è riuscita a sembrare ai loro occhi molto più disponibile dei medici e degli infermieri che seguivano Clara).

Interroghiamoci su questo. Non basta dire che la gente è credulona e che là fuori ci sono individui sempre pronti ad ingannarci (mi riferisco alla curatrice). Cerchiamo di riflettere su questa vicenda per poter meglio affrontare le nuove situazioni che ci troveremo davanti. Credo che essere medici,infermieri ed educatori sia soprattutto instaurare una vera relazione d'aiuto e mai abbandonare i pazienti a loro stessi,alle loro paure,alle loro lacune e alle loro malattie. Riflettiamo affinché quello che è successo a Clara e alla sua famiglia,non si verifichi mai più!


domenica 16 maggio 2010

seconda stella a destra.. questo è il cammino.. e poi dritto fino al mattino.. poi la strada la trovi da te.. porta all'isola.. che non c'è!

Lo ammetto,sono stata un po' latitante in queste ultime settimane. Non sono riuscita a scrivere nel blog perché prima ho dovuto preparare un esame e poi ho partecipato ad uno stage di animazione turistica a Peschiera del Garda (Vr). Anche se non c'entra nulla con l'educazione terapeutica e con il diabete..voglio poter condividere alcune righe riguardo questa esperienza. Sono stati 5 giorni faticosi,intensi..ma che mi hanno dato grande soddisfazione. Ho conosciuto persone bellissime,che anche se non riuscirò più a rivedere,resteranno nei miei ricordi. Ormai sono sempre più convinta che nella vita si debbano lasciare aperte le porte alle nuove esperienze e alle belle persone che incrociano la tua strada. Grazie ragazzi !!!E per concludere vorrei solo lasciare un video che mi ricorda quanto ci siamo divertiti in questi giorni...siccome il caricamento è lungo ( e non so perché) vi lascio il link! Ciao!!

http://www.youtube.com/watch?v=lCGgna6QbsY&feature=related


martedì 4 maggio 2010

A proposito di fruttosio


L'ultima volta ho postato una ricetta per cucinare una buona torta di mele ipocalorica,utilizzando il fruttosio al posto del classico zucchero da tavola. In questi giorni ho cercato di documentarmi meglio su cos'è il fruttosio e qual'è il suo uso in cucina.

Il fruttosio è un carboidrato presente nella frutta e nel miele e che viene anche utilizzato per dolcificare e conservare più a lungo alcuni alimenti lavorati. Negli anni molti diabetologi hanno consigliato ai loro pazienti di assumere il fruttosio al posto del glucosio. Questo in virtù del fatto che il fruttosio ha una velocità di assorbimento inferiore rispetto a quella del glucosio e del saccarosio. Il fruttosio viene rapidamente assorbito a livello dell'intestino e altrettanto velocemente è veicolato verso il fegato. Inoltre,grazie a questo assorbimento relativamente rapido non ha nemmeno gli effetti lassativi tipici dei dolcificanti artificiali.

In questi ultimi anni,tuttavia,il fruttosio comincia ad essere messo al bando. Alcune ricerche hanno infatti dimostrato che l'uso di elevate dosi di fruttosio determinerebbero un innalzamento dei livelli di trigliceridi. stress ossidativo, danni microvascolari, iperuricemia.Per questi motivi l'American Diabetes Association (ADA) sconsiglia vivamente l'uso di fruttosio come dolcificante nei soggetti diabetici e suggerisce ai non diabetici di moderare il più possibile l'assunzione di fruttosio nella dieta (queste raccomandazioni valgono per il fruttosio usato come dolcificante, non per quello contenuto nella frutta).Dunque per evitare i danni da eccesso di fruttosio basta attenersi alla regola generale che prevede un limitato consumo di zuccheri semplici durante la giornata. La frutta, soprattutto quella ricca in fibra, può essere consumata tranquillamente così come le verdure. Un utilizzo moderato di fruttosio in sostituzione dello zucchero aiuta a mantenere costante la glicemia ed è totalmente privo di effetti collaterali. E' proprio vero che in tutte le cose è sempre meglio non eccedere.

giovedì 29 aprile 2010

Torta di mele ipocalorica


Oggi ho pensato di fare uno strappo alla regola e di concedermi una buona torta di mele. Ovviamente con le giuste precauzioni:usiamo il fruttosio! Ecco la ricetta per realizzare questo ottimo dolce ipocalorico.

Ingredienti:

4 mele;

1 bustina di lievito vanigliato;

1 vasetto di yogurt bianco;

150g di farina 00;

2/3 di un bicchiere di latte (circa 150 ml);

buccia di un limone;

50 g di fruttosio.

Preparazione:

Prima di partire accendete il forno a 200 gradi (altrimenti poi finite di fare l'impasto e il forno è ancora freddo). Prendete le mele,sbucciatele e spruzzatevi sopra un po' di succo del limone che avete usato prima per prendere la buccia grattugiata.In questo modo eviterete che le mele si ossidino. Tenete le mele da parte in un piatto.In un altro contenitore mescolate il latte con il fruttosio e lo yogurt. Un poco alla volta aggiungete anche la farina,il lievito e la buccia di limone. Fate attenzione a mescolare con cura in modo da non formare i grumi. A questo punto l'impasto deve diventare molto liscio ed omogeneo. Basterà metterlo in uno stampo ed adagiarvi sopra le mele. Infornate per circa 30/40 minuti a 180 gradi.

E buon appetito!

mercoledì 28 aprile 2010

ultimo giorno di tirocinio...


Oggi è stato il mio ultimo giorno di tirocinio al centro antidiabetico. Vedere i moduli firmati pronti per essere consegnati agli uffici di competenza è stata una gran soddisfazione. Mentre aspettavo il primario per la sua firma conclusiva ho ripensato a tutto il percorso fatto in questi mesi. La difficoltà di farmi accettare all'interno del centro,l'incredulità di medici,infermieri e pazienti quando mi presentavo come "educatrice professionale", le ore di osservazione durante gli incontri educativi...e soprattutto ho ripensato al mio progetto di tirocinio,a chi mi ha dato una mano a realizzarlo e ai "miei" pazienti,alle persone splendide che hanno deciso di avere fiducia in me e che mi hanno lasciato tanto nel cuore.

Se la mia esperienza è stata così positiva non posso fare altro che ringraziare il caso! Sono stata molto fortunata ad aver incontrato dei medici che hanno creduto in me e nelle mie potenzialità, che mi hanno lasciato la strada libera per potermi muovere in autonomia,che mi hanno permesso davvero di compiere le mie scelte e anche i miei sbagli.

E mentre si chiude una porta si sta aprendo per me un portone! Una possibilità incredibile:poter realizzare un ulteriore progetto all'interno del centro!! Sarà una grande esperienza per formarmi meglio,ne sono sicura. Ma dei dettagli magari ne parlerò più avanti. Adesso è tardi..e dopo tante emozioni è meglio che io vada a riposare un pochino per ricaricare le pile...

sabato 24 aprile 2010

EMPOWERMENT e resiliance

Ieri ad un corso sull'animazione-educazione che sto seguendo si è parlato di empowerment. Non ho potuto fare a meno di riflettere su questo concetto che è sempre presente anche nell'educazione terapeutica. Così ho ripreso in mano alcuni vecchi libri di psicologia e pedagogia e mi sono soffermata a pensarci un po' su.
Tra le parole straniere ormai di uso corrente, empowerment è una delle poche a non avere un corrispettivo nella lingua italiana e forse proprio per questo è un termine difficile da comprendere e da spiegare.Si può dire che empowerment significhi aiutare l'altro a ritrovare il suo potere sulla vita,aiutarlo a tirare fuori tutte le sue potenzialità in vista del raggiungimento di un obiettivo. Questo concetto,che viene dall'America del Nord, può essere utilizzato anche nel campo delle malattie croniche dove si manifesta come il risultato di un processo di formazione del malato che deve permettergli di acquisire delle conoscenze,delle abilità e delle attitudini,al fine di migliorare le sue capacità a tollerare e trattare la sua malattia.
Un'altro termine molto importante è resiliance. Questa seconda parola era usata nella navigazione a vela per designare il salvataggio di un marinaio caduto in mare. E' stato utilizzato anche dalla fisica per caratterizzare la resistenza di un metallo allo schoc esterno. Più recentemente è stato adottato anche dalla psicologia e dalle scienze dell'educazione per parlare della capacità di riprendersi,di ripartire dopo una caduta,una malattia,un fallimento. Questa nozione di resilienza è dunque legata alla forza vitale di ogni essere vivente di rinascere o risollevarsi dopo uno o più traumi. Tra questi traumi è possibile che ci sia anche una patologia cronica come il diabete.
Mentre l'empowerment ha bisogno della presenza di un intervento dall'esterno sulla persona,la resilienza,al contrario,necessita di far leva soprattutto sui fattori interni al malato. Mi spiego meglio,nella resilienza è il paziente stesso che riesce spontaneamente a far sorgere delle risorse interne per far fronte alla malattia. Al contrario,nell'empowerment si fa appello a fattori esterni,che permettano al paziente di ritrovare un certo grado di autonomia. Proprio perché l'empowerment insiste soprattutto sulla forza dei fattori esterni è in tal senso molto vivino al pragmatismo nordamericano.

mercoledì 21 aprile 2010

breve parentesi...rilassante

In questo momento sono in pausa all'università e mi è venuto in mente di aggiungere qualche gadget al blog. Ho scelto di mettere alcuni pesciolini che sguazzano sulla destra. Guardarli mi rilassa un po'..e mi fanno anche sorridere!:-) E a voi che effetto fanno?? Chissà se questi piccoletti colorati avranno successo....

martedì 20 aprile 2010

Chewin-gum al posto delle inizioni di insulina

Ieri sono andata a svolgere il mio tirocinio e sui banchetti del corridoio dell'ambulatorio ho trovato un giornale. Si chiama "GluNews" e ci sono molti articoletti interessanti che trattano tematiche relative al diabete e alle persone che hanno il diabete. Ci sono molti articoli scientifici,statistici..ma nelle ultime pagine ci sono i cosidetti articoli di CURIOSITA'. Ne ho letto uno che parla di un grupo di ricercatori della Univerity of California che sta cercando di realizzare delle chewin-gum contenti insulina da sostituire alle classiche iniezioni. Vorrei condividere parte dell'articolo nel mio blog. "Fino ad oggi il tentativo di trovare nuove strade per evitare le inizioni quotidiane di insulina è stato uno dei traguardi più stimolanti per tecnici e ricercatori. Il problema principale relativo alla somministrazione orale dell'insulina è dovuto al fatto che questa molecola (così come gran parte delle molecole che digeriamo) viene digerita dai succhi gastrici dello stomaco e successivamente scomposta dagli enzimi intestinali e quindi resa inefficace per il controllo glicemico. Questo gruppo di ricercatori sta realizzando e sperimentando delle microcapsule in grado di proteggere il farmaco durante il transito nell'apparato digerente e in grado al tempo stesso di rilasciarlo al momento opportuno in modo da essere assorbito dal flusso sanguigno." Che dire....se non semplicemente FORZA RAGAZZI!!!!!!!!

domenica 11 aprile 2010

Il caffè a pranzo abbassa il rischio di diabete 2



La letteratura scientifica che concerne i rapporti tra assunzione di caffè e diabete tipo 2 è nutrita.
Ora una ricerca realizzata all’università di San Paolo ed edita sulla prestigiosa pubblicazione statunitense American Journal of Clinical Nutrition è riuscita a dimostrare che chi assume caffè all’ora di pranzo ottiene il massimo beneficio.

Lo studio ha preso in considerazione i dati di 69.532 donne francesi che hanno partecipato a una ricerca nutrizionale. Tale campione era di età tra 41 e 72 anni ed è stato monitorato per un arco di tempo molto lungo: circa 11 anni.

Gli studiosi hanno verificato che nei soggetti che assumevano una media di circa 3 tazze di caffè al giorno il rischio di contrarre il diabete di tipo 2 è più basso del 27%, mentre chi ha consumato caffè all’orario di pranzo si è esposto a un rischio inferiore del 33% rispetto alla popolazione totale dello studio.

Probabilmente il fattore decisivo risiede nel fatto che l’assunzione del caffè influenzi il metabolismo al pasto principale.

(da “American Journal of Clinical Nutrition”)

martedì 6 aprile 2010

La terapia del sorriso:lo sapevate che...




Il dottor Lee Berk (psiconeuroimmunologo dell'università di Loma Linda,in California) insieme al dottor Stanley Tan (diabetologo ed endocrinologo dell'Oak Crest Health Research Institute) hanno studiato gli effetti di una sana risata su una ventina di pazienti ad alto rischio con diabete,ipertensione e iperlipidemia per circa un anno.


I pazienti sono stati divisi in due gruppi,entrambi farmacologicamente trattati per le suddette patologie;ad uno dei due gruppi però sono stato aggiunti 30 minuti di risate al giorno.


Dopo un anno di trattamento i risultati sono stati notevoli:ben il 26% dei pazienti "ridanciani" ha aumentato i propri livelli di colesterolo buono HDL e ridotto del 66% (rispetto al 26% del gruppo solo farmacologicamente trattato) il livello della proteina C reattiva,una sostanza responsabile di alcune patologie cardiovascolari.


Sembrava un esperimeto ridicolo,i risultati n e hanno confermato la bontà.




(tratto da American Diabetes Association-Fonte:American Physiological Society)

lunedì 29 marzo 2010

L'obesità infantile


Sabato scorso ho partecipato ad un convegno molto interessante che trattava il tema dell'obesità infantile. Chi sta leggendo queste parole si chiederà cosa c'entri con il tema del diabete... Beh,la relazione è molto stretta! Purtroppo infatti i numeri dell'obesità in età evolutiva stanno cresendo spaventosamente e con questi anche i casi di diabete mellito di tipo 2 nei bambini! Il diabete di tipo 2 è una forma di diabete associata per lo più allo stile di vita (inattività fisica e sedentarietà,eccessiva alimentazione ricca di caboidrati e grassi...) e proprio per questo da sempre considerato tipico dell'età adulta ed anziana. I numeri parlano chiaro e ci dicono che l'obesità,così come il diabete,stanno diventando delle vere e proprie epidemie!Nel nostro territorio bassopolesano le cose non vanno affatto bene:pensiamo solo che nell'ulss di Adria il 46% dei bambini che si recano ai servizi è sovrappeso o obeso e che nell'ulss di Rovigo il 37% si trova nella stessa situazione. Questi numeri non sono affatto da trascurare anche perchè dobbiamo pensare che il 25-50% dei bambini obesi diventeranno in futuro degli adulti obesi. Cosa fare?? E' necessario avviare attività di sensibilizzazione e di prevenzione del problema. Non bastano solo le attività fatte in classe sull'alimentazione,sull'importanza dell'attività fisica. "Prima di tutto deve avvenire una presa di consapevolezza del problema da parte delle famiglie e in particolare dei genitori". Questo il messaggio che è passato dalla psicologa-psicoterapeuta presente al convegno. Purtroppo questa consapevolezza in gran parte dei casi non c'è:il 36% delle madri di bambini sovrappeso e il 2% delle madri di bambini obesi ritengono di avere figli normopeso.Questa percezione non accurata si ripresenta anche nei confronti dell'attività fisica:il 56% delle madri di bambini sovrappeso affermano che i loro figli facciano già abbastanza attività fisica. Dalla consapevolezza si potrà passare all'agire.

Vorrei segnalare alcuni interessanti articoletti che si trovano sul sito del Ministero della salute riguardo l'obesità:






giovedì 25 marzo 2010

EDUCATORE al lavoro..

Sono giorni di fuoco questi...sto preparando un esame importante:malattie del metabolismo. Questa materia mi è molto utile per il tirocinio che sto svolgendo e sono sicura che lo sarà anche per la stesura della mia tesi di laurea. Peccato però che il corso sia durato troppo poco per poter conoscere e capire tutti gli aspetti di queste patologie. Eppure credo sia fondamentale per un educatore conoscere bene prima le patologie per poter poi essere d'aiuto a chi ne è affetto. Ma forse questo è il solito problema dell'università, che da una infarinatura teorica generale delle questioni con cui poi avremmo a che fare nel mondo del lavoro. A proposito di mondo del lavoro...e di educatori...chissà quanti conoscono l'educatore nei servizi diabetologici...?? Credo pochissimi!! L'altro giorno a tirocinio sono stata presentata ad un gruppo di pazienti che seguivano un corso EDUCATIVO. Sono stata presentata come EDUCATRICE PROFESSIONALE... sapete cosa è successo? Che molti di questi pazienti sono venuti da me a chiedermi che cosa io facessi,che cosa c'entrassi.... Eppure nel resto d'europa gli educatori nelle diabetologie esistono già da molti anni e soprattutto sono riconosciuti. Possibile che qui in Italia le cose debbano andare sempre diversamente? Guardiamo alla Svizzera per esempio:ci sono educatori che seguono i corsi educativi per diabetici NON INFERMIERI come accade qui in Italia. Già la lingua italiana ci dice una cosa: EDUCATORI per fare EDUCAZIONE terapeutica!! Mah,chissà se le cose cambieranno col passare degli anni...o chissà che stiano già cambiando..

domenica 28 febbraio 2010

Il mio tirocinio...

Sono stata molto impegnata in questo ultimo periodo....Da studentessa,quale sono,prima ho dovuto pensare alla sessione di esami ( per fortuna sono andatiiiiiii....) e poi al mio tirocinio!! L'ho detto dove faccio il mio tirocinio?? Mi sembra di NOOO!! Beh,allora ne approfitto per farlo.
Ho deciso di svolgere il mio tirocinio formativo previsto nel piano di studi del mio corso di laurea presso il centro antidiabetico dell'ospedale di Rovigo.E' stata (e parlo al passato perchè ormai si sta concludendo..) un'esperienza positiva e che sono sicura mi servirà per il mio futuro di educatrice. Sono stata molto fortunata ad essere accolta in questa struttura. I medici mi hanno dato la possibilità di gestire un gruppo di pazienti diabetici. Ho programmato per loro una serie di incontri educativi sul tema dell'attività fisica come terapia e modalità di controllare diabete e complicanze annesse. Nello specifico si trattava di incontri sulla motivazione al cambiamento del proprio stile di vita.Durante questi incontri ho cercato di adottare una metodologia attiva,proponendo giochi e discussioni interattive sui temi da trattare. Ho previsto la presenza anche di un esperto di scienze motorie e un "vero" esperto,un signore diabetico che da anni pratica sport proprio per controllare la sua patologia (e ovviamente anche per divertimento che non deve mai mancare!!!). Ho persino svolto un incontro in palestra,con tanto di istruttrice e ginnastica!!!Insomma,ho cercato di rendere i corsi i più interattivi e divertenti possibile. Trattandosi di persone con diabete di tipo 2 e di età compresa tra i 60 e 70 anni è stata dura convincerli a riprendere a fare un pò di attività fisica. Molti di loro ovviamente non avevano intenzione di rimettersi "in moto"(nel vero senso della parola). Per fortuna sono stati molto carini con me..hanno cercato di partecipare agli incontri nonostante sapessero fin dall'inizio che sarebbero stati delle sorte di "cavie umane"!!
Ora mi trovo al termine di questo ciclo di incontri..e mi aspetta la parte più dura:la valutazione. Mi chiedo se ho fatto bene o se ho fatto male,se gli obiettivi posti sono stati raggiunti oppure non lo sono stati affatto. Comunque vadano le cose spero davvero che le persone con cui ho lavorato abbiano compreso l'importanza dell'approccio educativo anche in questo settore che è da sempre considerato di competenza medica. Chissà,magari il mio impegno servirà a spianare la strada a futuri educatori che come me credono che tutto questo sia possibile e utile sul serio.
Di certo questa esperienza mi ha insegnato una cosa fondamentale,che talvolta viene dimenticata:noi operatori di salute ( e non solo di sanità!!) abbiamo a che fare tutti i giorni non solo con PAZIENTI ma soprattutto con PERSONE!! A questo proposito io dico:perchè la dicitura "centro antidiabetico"??Che sembra quasi un centro contro il diabetico?Chiamiamolo in un altro modo come ad esempio "Servizio per la PERSONA diabetica"...:-) Non è forse meglio??

mercoledì 3 febbraio 2010

Educazione terapeutica

Certo vi starete chiedendo:perchè un altro blog/sito che parli di diabete??? Avete ragione.Nella rete internet possiamo già trovare qualsiasi informazione a riguardo. Il mio intento infatti non è quello di parlare di diabete dal punto di vista medico-scientifico (cos'è,cosa comporta,perchè..etc..) per questo esistono già siti molto esaustivi. Io vorrei parlare di Educazione Terapeutica,una pietra miliare nella terapia del diabete,vitale per l'integrazione del paziente diabetico nella società.Ora spiego meglio di cosa sto parlando...Nel 1998 L'organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito l'Educazione Terapeutica un approccio che dovrebbe permettere al paziente di acquisire e mantenere le capacità e le competenze che lo aiutano a vivere in maniera ottimale con la sua malattia.Si tratta,di conseguenza,di un processo permanente,integrato alle cure e centrato sul paziente;l'educazione implica attività organizzate di sensibilizzazione,informazione,apprendimento dell'autogestione e sostegno psicologico concernenti la malattia,il trattamento prescritto,le terapie,il contesto ospedaliero e di cura,le informazioni relative all'organizzazione e i comportamenti di salute e di malattia.E' finalizzata ad aiutare i pazienti e le loro famiglie a comprendere la malattia ed il trattamento,a cooperare con i curanti,a vivere in maniera più sana e mantenbere o migliorare la loro qualità di vita.
L'Educazione Terapeutica viene effettuata nell'ambito delle patologie croniche,patologie da cui non si guarisce,che hanno evoluzioni incerte e che possono essere influenzate dallo stile di vita. Nonostante il paziente affetto da tali patologie non possa guarire può (anzi deve) comunque controllare la malattia. Nella malattia cronica,al contrario di quella acuta,il paziente deve assumere un ruolo attivo poichè anche la cura più costosa e all'avanguardia non può essere efficace se il paziente non riesce a seguirla. Per questo è importante accompagnare le persone con tali patologie sin dall'inizio,dalla fase di shock iniziale di conoscenza di avere la malattia,passando per la sua accettazione attraverso la terapia vera e propria.Nello specifico caso del diabete,un corretto percorso educativo dovrà quindi coinvolgere il paziente nella cura della sua malattia in modo tale da raggiungere e mantenere nel tempo un buon controllo metabolico evitando e/o riducendo le complicanze croniche. Tutto questo porterà la persona a riconquistare il benessere,ridisegnando un suo nuovo modello di integrità fisica,psichica e sociale.

domenica 31 gennaio 2010

Di cosa stiamo parlando

Il diabete è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) e dovuta ad un’alterata quantità o funzione dell’insulina. L’insulina è l’ormone, prodotto dal pancreas, che consente al glucosio l’ingresso nelle cellule e il suo conseguente utilizzo come fonte energetica. Quando questo meccanismo è alterato, il glucosio si accumula nel circolo sanguigno. (definizione tratta da http://www.epicentro.iss.it)
Diabete tipo 1
Nel diabete tipo 1, il pancreas non produce insulina a causa della distruzione delle cellule ß che producono questo ormone. Nel diabete di tipo 1 l'unica possibilità di cura è quella di sostituire dall'esterno la manancanza dell'ormone con le iniezioni di insulina necessarie per mantenere la funzione vitale delle cellule dell'organismo. Questa forma di diabete che crea di fatto un' "insulino-dipendenza" è anche conosciuto come "diabete giovanile", perchè molto più frquente in età evolutiva, o addirittura infantile, anche se oggi sappiamo che può presentarsi, sebbene in misura molto minore, anche in età adulta.
Diabete tipo 2
Il diabete di tipo 2 è la forma più diffusa in tutto il mondo, nei Paesi sviluppati ma anche in quelli in via di sviluppo, ed è in progressiva crescita dovunque. In questo caso l'insulina viene prodotta dal pancreas, in misuara minore del normale. L'insulina prodotta in queste persone, tuttavia, non riesce a svolgere tutti i suoi compiti dando luogo a quella che viene chiamata: "insulino-resistenza" .
Il risultato è ancora una volta la difficoltà del glucosio a passare dentro alle cellule per essere bruciato e una quantità eccessiva di glucosio che ristagna all'interno della circolazione sanguigna.
Questo tipo di diabete, detto anche "diabete dell'adulto" o "non insulino-dipendente" non obbliga la sostituzione dall'esterno dell'ormone mancante e compare in genere solo dopo i 40 anni.

Oltre a queste principali tipologie di diabete ne esistono anche altre come ad esempio il diabete gestazionale,che viene riscontrato durante la gravidanza e altri tipi di diabete che non possono essere classificati nelle precedenti categorie e che si riscontrano spesso come conseguenza di altre malattie ( malattie del pancreas, difetti genetici) o condizioni particolari (es assunzione protratta di farmaci, gravi stati di malnutrizione).

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Per conoscere più nel dettaglio cos'è il diabete,che cosa esso comporta e le terapie ad esso associate vi consiglio di cliccare su questi link:
http://www.diabete.net/
http://it.wikipedia.org/wiki/Diabete

http://www.progettodiabete.org/

http://www.portalediabete.org/

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http://www.youtube.com/watch?v=BacKBVOuI-A

Presentazione

Oggi domenica 31 gennaio 2010 apro questo mio blog personale per discutere circa problematiche educative del diabete.

Mi presento sono Chiara, laureanda in "Educazione Professionale (nei servizi sanitari)" presso l'Ateneo di Padova.

Spero che grazie a questo spazio si possa discutere e scambiare informazioni e consigli riguardo questo tema. Con la speranza che possa essere utile non solo a studenti,che come me si stanno affacciando a questo ambito,ma anche agli operatori e alle persone che sono affette da questa patologia.

Ringrazio tutti coloro che vorranno visitare questo blog e che parteciperanno ai topic.